Tu non crederai a ciò che sto per raccontarti, lo so. Dirai che è teatro. Ma tutto ciò che accadeva con lui, e a lui, era anche teatro. A un certo punto, quella sera, cadde una stella. E io feci a tempo a esprimere un desiderio: che vivesse ancora un po’. Quest’uomo scomodo, diverso da tutti, dai più accettabile solo da morto.
Il 1° maggio del 1976 Alexandros Panagulis detto Alekos, eroe solitario nella lotta greca contro la tirannia e il Potere, muore per un «sospetto» incidente stradale.
Al suo funerale parteciperanno milioni di persone, che si accalcano per le strade di Atene al grido di «Zi, zi, zi!, Vive, vive, vive».
Questa è la scena d’apertura di Un uomo.
La storia inizia dalla fine.
E viene raccontata da Oriana Fallaci, all’epoca compagna di Panagulis, in una sorta di diario rivolto proprio all’uomo con il quale ha condiviso un intenso periodo della sua vita.
Dopo il flash sul funerale, si torna indietro nel tempo, a quando tutto è incominciato:
l’arresto di Panagulis in seguito al suo tentativo di uccidere Papdopulos, che tiranneggiava la Grecia.
E si viene trascinati in un vortice di violenze, soprusi e torture indicibili.
Quelle che è costretto a sopportare Alekos ogni giorno dai suoi carcerieri.
E alle quali resiste senza parlare, senza cedere.
Tanto da divenire, per il popolo, una sorta di eroe nazionale.
E sarà proprio questo suo resistere ad oltranza che porterà il Regime a desistere dall’ucciderlo (per non scatenare una rivolta popolare).
Ma la punizione sarà ancora più terribile:
Prima l’essere condannato a morte per poi vedersi rimandare l’esecuzione ogni giorno.
Poi il vedersi assegnato ad un carcere “speciale”, con una cella piccolissima, senza luce, in condizioni igieniche terribili.
Tutto per renderlo folle e screditarlo di fronte al popolo.
E Alekos da quella prigione, dopo qualche anno, uscirà (come dice Oriana senza aver mai chiesto di essere lasciato libero).
E incontrerà la Fallaci per un’intervista.
Nascerà l’amore.
E una storia sofferta.
Fino al misterioso (ma non troppo) epilogo.
Un uomo è, nonostante questi preamboli, in primis un inno alla vita.
Ed è anche la cronaca di una vita vissuta inseguendo un ideale di libertà.
Narra le sofferenze patite da Alekos per “colpa” del suo credo politico (e non è semplicemente un libro scritto dalla Fallaci in memoria del suo amore perduto. E’ una cronaca che documenta le torture subite, ed è ciò che Panagulis le aveva chiesto di scrivere per denunciare i fatti, perchè tutti sapessero).
E, alla fine, ci fa comprendere che il protagonista, malgrado le apparenze non è un eroe senza macchia e senza paura.
Ma semplicemente un uomo.
Che ha vissuto la sua vita fino in fondo.
Un uomo
Oriana Fallaci
BUR, 2000, 462 pag.
Libro amatissimo! 🙂
per me il libro migliore della Fallaci…. ho divorato la storia di Panagulis, e sofferto con lui!
L’ho letto, ma tanti anni fa. Devo riprenderlo!
Un libro bellissimo, vero, forse il più bello di Oriana, scrittrice che amo tantissimo. La prima volta l’ho letto alle medie, ma l’ho riletto almeno altre 2 volte. E ogni volta soffro e mi indigno come fosse la prima.