Oramai la scuola è iniziata un po’ ovunque.
Ai genitori è toccata la folle corsa a comprare materiali, libri (nuovi o usati, quando possibile), gli alunni si ritrovano a dover svolgere i compiti a casa.
E ad affrontare ogni giorno quell’avventura che, negli ultimi tempi, a causa anche dei tagli al personale, somiglia sempre di più ad una Missione Impossibile.
Sia per gli alunni che per gli insegnanti.
E, ovviamente, per i genitori.
Cosa abbiamo pensato, allora, di proporvi nel primo Zeboogle al ritorno dalle ferie?
Semplice:
5 storie, vecchie e nuove, che parlano di scuola.
Ma della scuola con certi valori, che insegna a vivere.
Insomma, ci piacerebbe farvi leggere della nostra scuola ideale.
Ovviamente, la nostra è una piccola selezione, basata su gusti tutti personali.
Quindi se vorrete suggerirci altri titoli, tra i commenti, ne saremmo felici.
E, se vi va, parlateci della scuola che avete trovato a settembre e della scuola che vorreste trovare, un giorno (speriamo) non troppo lontano.
Buon lavoro e buone letture a tutti!
5 Storie dai Banchi di Scuola
- Cuore, Edmondo De Amicis. La trama:Pubblicato per la prima volta nel 1886 “Cuore” ottenne subito un grande successo. Il libro è basato sulla vita di tutti i giorni di una classe di alunni fra gli otto e i dieci anni in una scuola di Torino e degli adulti che li circondano. Il periodo storico riveste un’importanza fondamentale nel fare da sfondo alle vicende narrate e nel fornire il pretesto alle intenzioni dell’autore. Siamo infatti all’indomani dell’Unità d’Italia e De Amicis si prefigge come obiettivo principale quello di insegnare ai nuovi cittadini del Regno le cosiddette “virtù civili”: l’amore per la patria, il rispetto per le autorità e per i genitori, lo spirito di sacrificio e l’eroismo, la carità e la pietà, l’obbedienza e la pazienza nelle tribolazioni. Il motivo della mia scelta: “Perchè riesce ad insegnarci che, nonostante le differenze sociali e regionali, alla fine, siamo tutti uguali e possiamo vivere serenamente insieme”. (elisa)
- Il giovane Holden, J.D. Salinger. La trama: Sono passati cinquant’anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell’aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua “infanzia schifa” e le “cose da matti che gli sono capitate sotto Natale”, dal giorno in cui lasciò l’Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a “exemplum vitae”, e ciò ne ha decretato l’immenso successo che dura tuttora. È fuor di dubbio, infatti, che Salinger abbia sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l’immaginario collettivo e stilistico del Novecento, diventando un autore imprescindibile per la comprensione del nostro tempo. Holden come lo conosciamo noi non potrebbe scrollarsi di dosso i suoi “e tutto quanto”, “e compagnia bella”, “e quel che segue” per tradurre sempre e soltanto l’espressione “and all”. Né chi lo ha letto potrebbe pensarlo denudato del suo slang fatto di “una cosa da lasciarti secco” o “la vecchia Phoebe”. Uno dei libri del Novecento che tanto ha ancora da dire negli anni Duemila. Il motivo della mia scelta: “Perchè insegna ad essere sè stessi, sempre…” (piccolastella)
- La scuola raccontata al mio cane, Paola Mastrocola. La trama: Che cosa può ancora fare un’insegnante che ama il suo lavoro? Quali sono le prospettive di un mestiere che non sa nemmeno più riconoscere se stesso? Un racconto-riflessione, amaro e divertito, sulla nuova scuola italiana, le sue follie e il suo declino che pare inarrestabile. Tra aneddoti, curiosità e stridenti effetti comici, il ritratto di un mestiere che davvero “non c’è più”, perché è stato strozzato e fatto a pezzi da insensate “parole d’ordine”, ingabbiato in un labirinto di “progetti”, “strategie educative” e “recuperi”, lasciando i suoi protagonisti, insegnanti ma anche studenti, spaesati e delusi, forse anche nostalgici di un mondo in cui le parole “insegnare” e “studiare” non significavano altro che se stesse.Il motivo della mia scelta: “perchè non bisogna mai abbassare la soglia di attenzione sui sogni e bisogni dei nostri studenti e per insegnare loro l’amore per lo studio.” (lucia)
- Diario di Scuola, Daniel Pennac. La trama: L’autore affronta il grande tema della scuola dal punto di vista degli alunni. In verità dicendo “alunni” si dice qualcosa di troppo vago: qui è in gioco il punto di vista degli “sfaticati”, dei “fannulloni”, degli “scavezzacollo”, dei “marioli”, dei “cattivi soggetti”, insomma di quelli che vanno male a scuola. Pennac, ex scaldabanco lui stesso, studia questa figura popolare e ampiamente diffusa dandogli nobiltà, restituendogli anche il peso d’angoscia e di dolore che gli appartiene. Il libro mescola ricordi autobiografici e riflessioni sulla pedagogia, sulle universali disfunzioni dell’istituto scolastico, sul ruolo dei genitori e della famiglia, sulla devastazione introdotta dal giovanilismo, sul ruolo della televisione e di tutte le declinazioni dei media contemporanei. E da questo rovistare nel “mal di scuola” che attraversa con vitalissima continuità i vagabondaggi narrativi di Pennac vediamo anche spuntare una non mai sedata sete di sapere e d’imparare che contrariamente ai più triti luoghi comuni, anima i giovani di oggi come quelli di ieri. Con la solita verve, l’autore della saga dei Malaussène movimenta riflessioni e affondi teorici con episodi buffi o toccanti, e colloca la nozione di amore, così ferocemente avversata, al centro della relazione pedagogica. Il motivo della mia scelta: “Per non dimenticare mai che ogni studente è unico e come tale va trattato”. (cinzia).
- Ascolta il mio cuore, Bianca Pitzorno. La trama: Quando la nuova maestra viene soprannominata Arpia Sferza, e quando ogni giorno a scuola si trasforma in una battaglia, potete ben credere che in 4ª D ne succedano davvero di tutti i colori! Ma non solo di guerra si parla in questo romanzo: ci troverete amori e tradimenti, tartarughe miracolose, scheletri e motociclette, generali austriaci e fantasmi, lettrici di fotoromanzi e pantere di velluto… Un anno scolastico vissuto intensamente, senza sprecare neppure un attimo. Settantatrè capitoli da leggere tutti d’un fiato, oppure da gustare uno per uno come altrettante puntate di un’allegra irriverente telenovela. Il motivo della mia scelta: “Perchè, nonostante tutto, non ci si deve mai dimenticare di vivere la scuola come un’avventura meravigliosa da assaporare giorno dopo giorno”. (silbietta)