Una mattina, mentre segue il volo dei piccioni, vede arrivare sul terrazzino una pietruzza.
Da dove può venire? Guarda verso il cielo ma non sembra che piovano pietre.
Spia in basso, verso la strada, ma, salvo le macchine, non vede niente di anormale.
Forse verrà dai giardinetti, al di là della strada. Infatti, spingendo lo sguardo sotto i platani, scorge un uomo seduto sopra una panchina che lo sta osservando.
Raccoglie pietruzze da terra e ci gioca, facendole saltare sopra le ginocchia. Da lontano il grigio della giacca luccica come fosse di piume iridescenti.
Le scarpe gialle, poi, assomigliano a delle zampe di uccello. Che sia un piccione gigante?
E invece, l’uomo che Gram, il bambino protagonista del racconto di apertura di Buio, vede dalla finestra sarà il suo assassino.
Questa raccolta di racconti ci fa entrare in un mondo senza speranza.
Per i bambini protagonisti delle storie, violentati, costretti a prostituirsi.
Per i loro carnefici, che hanno il buio che gli oscura l’anima e che non fa desiderare loro che altre vittime da sacrificare.
Per i genitori di Gram, che per troppo tempo hanno lasciato il proprio piccolo solo, in balia dei pericoli del mondo e ora non sanno come uscire dal rimorso.
E per quegli adulti che del buio hanno fatto il proprio lavoro, vendendo i propri figli e spezzando loro le ali prima che fossero in grado di volare da soli.
Perchè l’uomo piccione è il simbolo di tutto ciò che è il male: affascinante, invitante, pericoloso.
Mortale.
Ho letto questa raccolta anni fa e non sono riuscita a togliermela dalla mente.
Per la crudezza con la quale vengono raccontate certe storie.
Per il fatto che, nonostante sia un’opera di fantasia sembra uscita da un pezzo di cronaca nera, di quelli che si ascoltano al tg sempre più spesso.
E’ un libro duro da mandare giù.
Ma, come ogni medicina che si rispetti, si deve prendere per fare il suo effetto completo.
Buio
Dacia Maraini
BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), 2000, 220 pag., € 7,90
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