Così, ecco un punto fermo. Credo che tutti nella vita ne abbiamo bisogno uno; chi se lo fa al bar, chi in altri posti, chi persino in chiesa. E poi – lo crederesti, lettore? – in questo bar qualche volta si prega: sì, perché; vedete, siamo tutte persone spaurite che andiamo a rifugiarci lì dentro a chiedere una grazia – solo che questa grazia invece di chiederla a Dio la chiediamo a una buona tazza di caffè. [da “Il caffè”]
Incantevole.
E’ l’aggettivo, il primo che mi è salito dal cuore dopo aver letto questa raccolta di racconti brevi e ritratti di personaggi fatti da Alda Merini. Una raccolta comprata quasi per caso, solo perché portava il suo nome, di cui non avevo mai sentito parlare.
Le persone e i luoghi sono quelli della sua Milano, quella dei Navigli e della Milano anni Sessanta, prima e dopo il ’68. Milano povera, del primo dopoguerra, di Vittorini, di Montale, di poeti e di lavoratori, umani e civili.
Io di quel periodo so più o meno quello che sta scritto su qualche libro, e so ancora troppo poco per capire bene. Ma questa Milano, quella del Caffè nella citazione dal libro, quella dello Stringa e di Purissima, quella del ladro Giuseppe e della Folle, mi piace. Mi incanta, ecco.
Credo che sia uno di quei libri da leggere per capire ‘meglio’ e per capire ‘di più’ di una persona, di un’epoca e di tutto quello che le ruota intorno: un personaggio come Alda Merini merita di essere approfondito. Da quando l’ho scoperta ha saputo darmi solo piacevoli sensazioni, anche quando scrive di dolore e di rabbia, di malattia e di disagio. E in questa serie di racconti credo che abbia saputo regalare l’attenzione e la delicatezza, la magia e l’umiltà, l’essere persona, uomo o donna, l’umanità.
Il ladro Giuseppe. Racconti dagli anni Sessanta
Alda Merini
Libri Scheiwiller (collana Prosa), 2003, pagg. 96, 10.50 €
ISBN: 978-88-7644-259-9
Dove acquistarlo: Libri Scheiwiller
Affascinata …
da leggere davvero, Elisa!
eventualmente… lo trovi nel mio scaffale! 😉
Mi incuriosisce proprio…