Un motel abbandonato ai piedi delle colline di San Berdoo. Quando Buzz Meeks arrivò, aveva con sé novantaquattromila dollari, nove chili d’eroina pura, un fucile a pompa calibro 12, una 38 special, una 45 automatica e un coltello a serramanico che aveva comprato da un pachuco alla frontiera, un momento prima di accorgersi dell’auto parcheggiata proprio sulla linea di confine: gli scagnozzi di Mickey Cohen in una macchina senza insegne della polizia di Los Angeles, e lì accanto in piedi un paio di poliziotti di Tijuana, pronti ad alleggerirgli le tasche e a scaraventarlo nel fiume San Ysidro.
La trama
Ed Exley, Bud White, Jack Vincennes. Tre poliziotti che si servono della legge per motivi molto personali. Ma in una città come Los Angeles la polizia ha bisogno dell’ambizione smodata di Exley, dei rancori di White e dei rimorsi di Vincennes, ha bisogno di uomini capaci di uccidere e di mentire, di rispondere alla violenza con la violenza. Una detective-story difficile da sbrogliare, dove solo i duri riescono a sopravvivere. James Ellroy racconta in presa diretta con il linguaggio crudo dei bassifondi, con la raggelante chiarezza della verità. Uno scontro durissimo tra il lettore e la città più spietata d’America.
James Ellroy è noto per la sua capacità di creare romanzi polizeschi e noir.
L.A. Confidential è forse una della sue prove più difficili, ma riuscite.
La trama è ricca di personaggi, forse troppi per certi versi.
E in effetti spesso si rischia di perdere il filo.
Ma è di sicuro un noir di quelli “come una volta”, che ti riporta alle atmosfere patinate, e pericolose, tipiche di certa cinematografia anni ’50.
E i suoi tre protagonisti sono davvero dei poliziotti fuori dagli schemi.
Ma proprio per questo, assai affascinanti.
Per cui è, si, una lettura impegnata, ma molto, molto appassionante.
Io che amo il giallo ho adorato questo libro.