C’era un pozzo e c’era una roccia. Al pozzo, di acqua dolce, si dissetavano gli uomini sin dal giorno remotissimo in cui un uomo di forme scimmiesche era giunto vagabondando dall’Africa. Il luogo dell’abbeverata era sempre stato conosciuto mnemonicamente, anche se non espresso in forma verbale, come Makor, la fonte.
La recensione di La fonte di James A. Michener
Uno scavo nel sito di Makor, una squadra composta da archeologi israeliani e americani, Gerusalemme negli anni ’60. Comincia così questa storia bellissima descrivendo la vita sullo scavo, le assegnazioni delle varie mansioni, gli studenti pieni di entusiasmo e i primissimi rinvenimenti. Ed ecco che si comincia a delineare la storia del Tell, e leggendo le varie stratigrafie via via messe in luce emergono le testimonianze dei primi uomini di Makor.
La mia opinione su La fonte di James A. Michener
Michener con grande maestria ricostruisce di volta in volta la vita a Makor nel corso dei secoli: i primissimi abitanti tra cui Ur, l’uomo del miele, il villaggio dove vive Urbaal nel III secolo a.C. con il tempio dedicato alla dea Astarte fino ad arrivare ai giorni della fondazione dello stato di Israele.
La bravura dell’autore è la sua grande abilità nel fondere sapientemente la storia e l’immaginazione creando delle vicende assolutamente credibili e riuscendo a far appassionare il lettore alle varie vicende. Makor è ovviamente un luogo inventato ma la sua possibile vita attraverso il tempo è descritta in modo così potente che il lettore ne è trascinato e coinvolto. Se poi il lettore è, come la sottoscritta all’epoca, una bambina di dieci anni che sogna di fare l’archeologa il libro diventerà uno scrigno magico ricco di tesori e meraviglie.
Bona lettura.
La fonte
James A. Michener
Bompiani, 2001, p. 878, €. 10,00