E’ stato padre Martin a suggerirmi di scrivere un resoconto di come ho trovato il corpo.
“Intende dire come se stessi scrivendo una lettera o lo stessi raccontando a un’amica?” chiesi.
“Scriverlo come se si trattasse di un racconto” rispose padre Martin “e lei fosse un’osservatrice esterna e lo descrivesse, ricordando ciò che ha fatto e ciò che ha provato, ma come se stesse accadendo a qualcun altro”.
La recensione di Morte in seminario, P. D. James
Ronald Treeves viene ritrovato morto su una spiaggia non lontano dal seminario di Sant’ Anselmo: la polizia archivia frettolosamente il caso come suicidio. Ma il ricco padre adottivo del ragazzo non ne è convinto, soprattutto dopo aver ricevuto una lettera anonima in cui si insinua che suo figlio sia stato ucciso, e chiede quindi l’intervento del famoso ispettore Dalgliesh di Scotland Yard.
E’ così che il lettore si trova coinvolto nel caso più inquietante dell’onorevole carriera del noto detective. Nel collegio di Sant’ Anselmo, frequentato da giovani colti e devoti consacrati al sacerdozio, sono custoditi gelosamente molti misteri oscuri. E quando viene assassinato in chiesa anche l’arcidiacono Crampton, l’atmosfera si fa ancora più tenebrosa. Bisognerà scoprire se le due morti sono collegate, e se esiste un disegno criminale efferato e terribile. Dalgliesh dovrà combattere con le superstizioni, il culto e la terribile genialità dell’assassino.
Un ottimo libro,corposo, inframezzato da una storia d’amore in fasce e ricco di prove per risolvere il caso.Ma non ci si può fidare troppo degli indizi quando si leggono i gialli di P. D. James: suspense fino all’ultima pagina e un colpo di scena finale.
Morte in seminario
Phillys Dorothy James
Mondadori, 2002, p. 504, € 10,00