Ancora oggi non so cosa dicessero quelle due donne che cantavano, e a dire la verità non lo voglio sapere. Ci sono cose che non devono essere spiegate. Mi piace pensare che l’argomento fosse una cosa così bella da non poter essere espressa con delle semplici parole. Quelle voci si libravano nell’aria ad un’altezza che nessuno di noi aveva mai osato sognare. Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell’aria, e per un brevissimo istante tutti gli uomini di Shawshank si sentirono liberi
Andy Dufresne, vice-direttore di una banca di Portland, nel Maine, viene condannato a due ergastoli per l’uccisione della moglie e del suo amante, benché egli proclami la sua innocenza. Viene imprigionato nel carcere di Shawshank, dove le guardie e il direttore impongono la loro legge fatta di violenze gratuite e omicidi impuniti.(wikipedia)
La storia di Andy e Red racchiude dentro di sé tanti spunti e memorabili scene culto. E’ un classico film carcerario nel senso più ampio del termine, ma sarebbe limitante ridurlo solo a quello; c’è il giallo dell’errore giudiziario, la lotta per la sopravvivenza, ma soprattuto c’è una meravigliosa storia di amicizia. Tutta la vicenda si dipana nel passare degli anni, mentre gli altri carcerati escono e alcuni non sopravvivono, con la presenza di personaggi sviluppati in modo notevole: tra gli altri il direttore cinico e doppiogiochista. La voce fuori campo aiuta lo spettatore a seguire gli sviluppi interiori dei protagonisti, magistralmente interpretati da due attori in stato di grazia: come spesso succede i riconoscimenti attribuiti alla pellicola non rendono giustizia all’effettivo spessore del film.
Noi che leggiamo i libri non possiamo esimerci dal tributare gran parte del successo di questo lungometraggio al racconto da cui è tratto, Rita Hayworth and the Shawshank Redemption di Stephen King (nel volume Stagioni diverse): il nostro caro Stephen anche in questo caso ci ha messo lo zampino come una ciliegia su un’ottima torta.
Un film intenso, pieno di speranza, bellissimo: ottima alternativa se per una sera non si ha voglia di leggere.
Buona visione!