21 Marzo 2012: Giornata Mondiale della Poesia.
Lo sapevate?
Che poi, a dirla tutta, oggi ricorre anche la nascita di Alda Merini.
Come dire, un giorno migliore non si poteva scegliere.
Perchè oggi è anche ufficialmente primavera, con i suoi colori, i suoi profumi.
Diciamo la verità: è una stagione che aiuta ad essere romantici e poetici.
E quale miglior modo per iniziare la stagione del risveglio se non attraverso la poesia, che può essere vista come un mezzo per risvegliare le nostre anime?
Lo Staff di ZeBuk ha deciso di offrirvi il suo personale punto di vista poetico quest’oggi.
Attraverso le poesie di celebri autori.
Che sono quelle che abbiamo nel cuore e che hanno un significato particolare per noi.
Questo è il nostro piccolo regalo per i lettori.
Per augurarvi buon inizio di Primavera.
E per ricordarvi che, ogni tanto, è utile staccare dalla frenesia quotidiana per tuffarsi dentro i versi di una poesia senza tempo.
Buone letture!!
Le poesie scelte dallo Staff
Perchè tu possa ascoltarmi, Pablo Neruda (silbietta):
Perchè tu possa ascoltarmi le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l’uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E’ tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti. (…)
Il sabato del Villaggio, Giacomo Leopardi (lucia):
La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,
onde, siccome suole,
ornare ella si appresta
dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
giù da’ colli e da’ tetti,
al biancheggiar della recente luna (…)
Il tuo cuore lo porto con me, E.E.Cummings (piccolastella):
l tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
tu sei quel che luna sempre fu
e quel che un sole sempre canterà sei tu
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.,
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
Bambino, Alda Merini (cinzia):
Bambino,
se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
e portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.
In gran segreto, Jairo Anibal Nino (polepole)
In gran segreto
ho raccolto il bicchiere in cui avevi bevuto
e l’ho portato a casa.
La sera, quando torno da lavoro,
lo metto sotto il rubinetto
e vedo un bacio che galleggia nell’acqua.
L’infinito, Giacomo Leopardi (elisa)
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e ‘l suon di lei. Così tra questa
Infinità s’annega il pensier mio:
E ‘l naufragar m’è dolce in questo mare
