(…) mi sentivo ad ogni passo più forte perché più consapevole della mia fragilità. Sottoposta a tutte le umiliazioni, legata ad un cappio come un animale, trascinata per l’accampamento tra le urla di vittoria del resto della truppa, incitando gli istinti più bassi di abuso e dominazione, sentivo di essere testimone e vittima del peggio. Nella loro violenza erano codardi, intimoriti nella loro crudeltà che esercitavano protetti dal manto dell’impunità e dell’assenza di testimoni.
La recensione di Non c’è silenzio che non abbia fine, Ingrid Betancourt
Il 23 febbraio 2002, Ingrid Betancourt, candidata alla presidenza colombiana, viene sequestrata dai guerriglieri delle Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Con lei ci sono la sua assistente e altre persone del suo staff.
Il 2 luglio 2008 arriva la notizia che Ingrid Betancourt è libera.
6 anni e mezzo.
2321 giorni di prigionia.
In questo libro Ingrid racconta la sua prigionia.
Racconta i lunghissimi anni nella giungla colombiana, le lunghissime marce estenuanti per cambiare accampamenti.
Racconta di come è riuscita a sopravvivere 6 anni lontano dalla sua famiglia e dai suoi figli.
La sua prigionia è stata a suo tempo screditata dalla stampa colombiana e lei era stata liquidata come amante del comandante delle Farc. Il suo è un messaggio di speranza che va colto al di là delle polemiche e delle critiche.
Quando sei incatenata ad un albero per il collo e ti manca tutto… Mi ci sono voluti anni a capirlo, ma hai ancora la libertà più importante: quello di decidere che tipo di persona vuoi essere.
E’ un diario intenso e commovente. Un libro lungo ma che scorre velocemente in cui pagina dopo pagina spicca la dignità di questa donna.
Una lettura spietata ma che fa riflettere
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Booktrailer
Non c’è silenzio che non abbia fine
Ingrid Betancourt
Rizzoli, 2010, p.718, € 21,00
ISBN: 9788817044523