Il ragazzino di nome Chancelade se ne stava al sole, seduto davanti alla vecchia casa. Indossava pantaloni di tela e una camicia rossa. Era scalzo. Sul polso destro aveva un finto orologio di plastica le cui lancette segnavano la mezza. Nessuno avrebbe potuto dire che ora fosse veramente in quel momento. Sedeva sul secondo gradino della scala che portava davanti alla porta di casa e si puliva il naso.
La vita del protagonista Chancelade raccontata attraverso alcuni episodi salienti: la scoperta del proprio potere di vita e morte da bambino, la prima fuga da adolescente, l’amore appassionato, la morte del padre.
L’autore ha vinto il Nobel per la letteratura nel 2008.
Questo è un libro particolare. I vari capitoli si alternano nella giusta successione cronologica però lo scrittore sperimenta tipi di narrazione diversa. Ad esempio un capitolo è scritto in codice Morse, un altro descrive i gesti della lingua per sordomuti, un altro ancora è scritto in una lingua inventata dal protagonista. Non vi aspettate traduzioni a piè di pagina, l’autore si riserva il diritto di non dare spiegazioni.
La sua narrazione della vita del protagonista, però, dall’infanzia fino alla morte è limpida, bella, il lettore ne è rapito e capisce che si trova davanti a qualcosa di nuovo e diverso.
Le Clezio scrive bene, la lettura scorre, però i capitoli particolari mi hanno lascicata un po’ perplessa anche se poi, alla fine, esiste un bambino che non abbia provato ad inventare una lingua e un mondo tutti suoi?
Più che un romanzo sulla vita di Chancelade questo diventa quindi un romanzo di scoperta di sé e del mondo intorno, in cui chiunque si può ritrovare; una storia che da personale si fa universale.
Buona lettura.
Terra amata
Jean-Marie Le Clézio
BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009,p. 260, €. 9,50