L’affetto è una cosa che cresce sottobanco,
mette radici nostro malgrado e invade tutto peggio della gramigna.
Poi è troppo tardi: non puoi passarti il tosaerba sul cuore per sradicare la tenerezza.
E’ la storia di un incontro particolare tra Germain, lo scemo del villaggio e Margueritte, una vecchina con la passione per i libri. La panchina di un parco, diventa il luogo di scoperta reciproca e condivisione.
Ognuno di loro e tra di loro, esprimono le relazioni del vivere, con le sue coincidenze fatali, con le sue amare sconfitte, con la tenerezza dell’incontro di Esseri eccezionali nella loro semplicità. Anime che accolgono e sono accolte, che si affidano e si fidano. E’ un prendersi cura l’uno dell’altro, un abbracciare pensieri, un navigare tenendosi per mano.
In loro, vi è la capacità di svestire la singola anima, nella sua essenza. Sublimare le reciproche imperfezioni. Essere capaci di esternare le emozioni, che abbiamo nel cuore. Chiudere gli occhi e capire di essere a casa, finalmente, perchè spesso il modo di dare, conta più di ciò che si dà…
Un libro che mi ha portata a riflettere sul senso delle parole, quelle che diciamo e scriviamo. Parole che possono ferire, curare, placare. Alla fine capisci che con le parole “non si può sempre spiegare tutto.
Una testa selvatica
Marie Sabine Roger
Ponte alle Grazie editore, 2009, p.489, €13,00