La comunista, Ermanno Rea

    …bisogna saper credere nei sogni, nei nostri cuori bisogna che alberghi l’utopia, se vogliamo sopravvivere.Soltanto l’utopia, la capacità di pensare l’impossibile, può dare un senso alla nostra vita miserabile.

     

    Certe volte il destino dà a tutti coloro, capaci di afferrare  in tempo almeno un suo labile filo, l’estro per rintracciare storie sepolte o quantomeno dimenticate dal rincorrersi frenetico del tempo. l’occasione ovvero l’incontro per me si realizzò circa un mese addietro e non in una libreria ma davanti al monitor tv.  C’erano Fazio e Saviano e per puro caso il canale era sintonizzato su quel programma. D’improvviso al centro della scena Ermanno Rea, sento che declama la sua parola speciale: l’impossibile. E legge un brano del suo ultimo lavoro, intitolato  La comunista, due storie napoletane. Resto come incantata da quella sua espressività nei gesti e dall’accorato appello nell’inflessione delle sue corde vocali. Decidere di andare a comprare il libro appena possibile fu un pensiero più che automatico.

     

    La Trama

    La comunista di Ermanno Rea si compone in due racconti soltanto -di cui il primo dà il titolo a tutto il volume – specchio di un pensiero e di una città, nonchè di una filosofia di vita.  Ritroviamo il personaggio di Francesca Spada, la comunista appunto, un personaggio realmente vissuto e che Rea ci fece conoscere ai tempi dell’altro suo successo letterario ovvero Mistero napoletano, dove ripercorreva gli anni del suo giornalismo in seno alla sede dell’Unità in compagnia di una collega sensazionale, mai doma alle regole e alle convenzioni imposte dalla società del secondo dopoguerra partenopeo. Francesca è specchio di Napoli, uno specchio che invita alla scoperta del buono che c’è  sino a fare di un ideale tangibile come cifra di vita, per la quale anche morire. Cosicchè una notte Francesca si ripresenta al suo vecchio collega, come un fantasma in carne ed ossa: è proprio lei, camminano per le vie della città immersi in un’atmosfera irreale, fino al mare. In tutti questi anni, Napoli purtroppo è peggiorata, non è animata dal minimo desiderio di riscatto, è il commento a margine dei due amici. Ma verso la fine del loro appassionato dialogo incorporeo Francesca ha un sussulto, un guizzo, dona a tutti noi un’indicazione che forse potrà salvarci tutti. è nella realizzazione dell’impossibile o almeno nel suo tentativo utopistico la chiave del nostro cambiamento profondo, quello che tutti quanti in fin dei conti stiamo aspettando da troppo tempo, paralizzati in un gioco di poteri politici più grande di noi.

    L’occhio del Vesuvio invece è il titolo del secondo racconto contenuto nel volume di Ermanno Rea. Un taglio stilistico completamente diverso, una pura immersione nella vita quotidiana di un professore in pensione alle pendici del Vesuvio che conosce un operaio polacco, di nome Tadeusz e ne diviene committente e confidente, sin quasi a instaurare con lui un rapporto simile a quello tra padre e figlio. insieme decidono di costruire una biblioteca in legno pregiato per ospitare nelle sale della villa torrese del professore Ammenda, la monumentale collezione di libri del grecista. Ma il progetto partito con tutte le migliori intenzioni, avrà un battuta d’arresto. il caso? la distanza tra due culture diverse? il tarlo dell’accidia che andrà a importunare anche il desiderio di mettersi in gioco del giovane polacco? Sullo sfondo della narrazione, protagonista ingombrante quanto ossessionante con la sua luciferina presenza, lo Sterminator Vesevo, e le parole fatate di Matilde Serao, che riportano tutti noi alla struggente bellezza della campagna vesuviana, così tranquilla in apparenza, ma così ardente e instabile nel sottosuolo. un’occasione perduta, una promessa non mantenuta, nell’incapacità umana troppo umana di tenere fede a una promessa sincera.

    Almeno un motivo per leggere Ermanno Rea

    Ce ne sarebbero tanti di motivi per scoprire le opere di Ermanno Rea (Napoli 1927), giornalista e scrittore di origini napoletane. Tra i suoi titoli ricordiamo L’ultima lezione . La solitudine di Federico Caffè scomparso e mai più ritrovato (Einaudi 1992), mistero napoletano (Einaudi 1995)La dismissione (Rizzoli 2002), Napoli ferrovia (Rizzoli 2008) un buon punto di partenza è proprio La comunista, perchè consente di riallacciarsi a tutta la produzione precedente. soprattutto attraverso lo sguardo limpido della protagonista, per verificare di persona quanto allo sbando è giunta senza una guida sicura la città di Partenope. E per ripercorrere infine cinquant’anni di storia meridionale senza i frastuoni vocianti della politica nazionale, ma ricominciando a leggere tra le righe del quotidiano, tramite la lettura di libri di autori napoletani del nostro Novecento.

    fonti  web: www.wikipedia.org e www.anobii.it

     

    La comunista
    Ermanno Rea
    Giunti editore,  2012, p. 144, €. 12,00

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