A vederci in quelle circostanze, forse, un esperto di stereotipi etnici avrebbe commentato: «I soliti irlandesi. Purché bevano e baccaglino sono felici. Scusate, signori, è una rissa privata o possiamo partecipare anche noi?»
Un racconto breve, brevissimo edito Adelphiana, uscito il 23 Dicembre del 2002 e tradotto da Matteo Codignola.
Un ritratto preciso di una famiglia irlandese composta da 4 fratelli: Frank, Malachy, Mike e Alphie. Si racconta di un Natale in particolare e dei ricordi dei Natali passati. Racconto autobiografico, che descrive l’incontro dei fratelli McCourt alla Ireland House, sulla Quinta Strada, per il lancio de “Le ceneri di Angela”, libro dedicato alla loro miserabile infanzia irlandese.
“Le ceneri di Angela” è infatti il libro più famoso di Frank McCourt, classe 1930, dove le ceneri sono quelle del camino con le quali la madre dell’autore, Angela appunto, si riscaldava aspettando il ritorno del marito andato a bersi lo stipendio in un pub. McCourt esordisce all’età di 70 anni e Le Ceneri di Angela gli è valso il Premio Pulitzer e il National Critics Award.
Ho letto questo racconto appassionandomi alla vita di questi quattro fratelli, cogliendo un sottile velo di malinconia ma anche speranza.
Credo che valga la pena leggerlo, così come mi incuriosisce leggere “Le ceneri di Angela”.
C’è stata una frase in particolare, che voglio condividere con voi, che mi ha fatto riflettere …credo molto in queste parole:
“…il posto in cui vivi finisce prima o poi per condizionarti…”
Voi come la pensate?
Natale in casa McCourt
Frank McCourt
Adelphi, 2002