Per tutti
* Entra nella mia vita * di Clara Sánchez (Ed. Garzanti, trad. di Enrica Budetta, pp. 448, euro 18,60). Madrid. Il sole estivo illumina la casa piena di fiori. È pomeriggio e la piccola Veronica approfitta di un breve momento di solitudine per spiare tra le cose dei genitori. Apre una cartella piena di documenti e scorge una foto. La estrae con la punta delle dita, come se bruciasse. Non l’ha mai vista prima. Ritrae una ragazzina poco più grande di lei, con un caschetto biondo, una salopette di jeans e un pallone tra le mani. Veronica è confusa, ma il suo intuito le suggerisce che è meglio non fare domande, non adesso che la mamma è sempre triste. Anno dopo anno, Veronica si convince sempre più che le discussioni e i malumori in casa sua nascondano qualcosa di cui nessuno vuole parlare. E che l’enigma di quella foto, di quella bambina sconosciuta, c’entri in qualche modo. Ma quando Veronica diventa una donna, decisa e tenace, non può più fare finta di niente. La malattia della madre la costringe a fare i conti con un passato di cui non sa nulla e che la avvicina sempre di più alla bambina misteriosa della fotografia. Ritrovarla è l’unica strada per raggiungere la verità. Una verità che, forse, ha un prezzo troppo alto. E quando Veronica trova la bambina, ormai una donna anche lei, capisce che la strada è tutt’altro che percorsa, che il mistero è tutt’altro che svelato. Ma soprattutto capisce che c’è qualcuno disposto a tutto pur di ostacolarla nella sua ricerca. Non le rimane che affidarsi a se stessa, al suo intuito e al suo coraggio. Perché districare il groviglio di bugie e manipolazioni sarà molto, molto pericoloso.
* L’uomo del mare * di Carl-Johan Vallgren (Ed. Longanesi, trad. di Carmen Giorgetti Cima, pp. 252, euro 14,90). La vita non è stata generosa con Nella e il piccolo Robert, prigionieri di un’esistenza segnata dalla paura, col padre che entra ed esce continuamente di galera e la madre alcolizzata. E raccontare storie che infondano la speranza di un nuovo inizio è l’unico modo per sopravvivere senza impazzire. Così, giorno dopo giorno, Nella racconta a Robert la vicenda di un bambino nato, come lui, in un paesino di mare della Svezia meridionale, timido e goffo come lui, che come lui deve affrontare, oltre all’assenza dei genitori, le angherie dei compagni di scuola, spietati carnefici della diversità. Angherie dalle quali, nella vita reale, soltanto Nella tenta di difenderlo, lei che, a sedici anni, deve occuparsi di tutto. E se nella vita reale, a differenza del racconto, gli eventi sembrano procedere inesorabilmente verso il peggio, un giorno accade l’impensabile: l’incontro inatteso con l’uomo del mare sembra cambiare ogni cosa. Tra lui e Nella nasce un’amicizia profonda, ma in un mondo segnato dalla violenza il segreto straordinario che li lega non potrà rimanere tale a lungo.
* La casa di velluto e cristallo * di Katherine Howe (Ed. Salani, trad. di Maria Concetta Scotto di Santillo, pp. 528, euro 16,80). 14 aprile 1912. Ellen Allston e sua figlia Eulah si godono i fasti dell’alta società in una sfarzosa sala da ballo del Titanic, ignare della tragedia che travolgerà i loro destini. Boston, tre anni dopo. Sibyl Allston partecipa alle sedute spiritiche tenute in casa di una veggente nel disperato tentativo di contattare la madre e la sorella scomparse. Rimasta l’unica donna in famiglia, ormai “troppo vecchia per sposarsi”, Sibyl indossa con riluttanza i panni di un’impeccabile padrona di casa, rassegnata a fare ciò che tutti si aspettano da lei. Mentre l’amicizia per il suo amico Ben si trasforma lentamente in qualcosa di diverso, in una fumeria di Chinatown Sibyl interroga una sfera divinatoria e vede cose sconvolgenti e misteriose. La poppa di una nave nella sfera di cristallo è il confine tra passato e futuro, tra sogno e realtà. Esplorando le sue nuove, inquietanti facoltà Sibyl inizia un viaggio in cerca di se stessa che la porta, sulle tracce della storia familiare, a imbattersi in un segreto da lungo tempo custodito.
* Uno splendido inganno * di Andrea Fazioli (Ed. Guanda, pp. 306, euro 18,00). Guido Moretti è un uomo onesto, integerrimo, e ha sempre svolto in modo ineccepibile le sue mansioni di contabile, prima in Italia e poi nella Svizzera italiana. Un giorno la stazione di servizio dove lavora, vicino alla frontiera, viene rapinata. Nessuno si fa male, ma Guido – e soltanto lui – nota un dettaglio, un piccolo fatto che non lo lascerà più in pace. Di lì a poco va in pensione. Cominceranno giornate monotone di passeggiate e partite a carte? Nemmeno per idea. Nella sua vita regolare s’insinuano gli occhi e la figura provocante di Karin, una bella truffatrice di professione. Si sarà davvero innamorata di Guido? E se così non fosse, allora che cosa vuole da lui? In una Zurigo ricca e pulita, nella quale i vizi sono nascosti sotto i prati ben tosati delle ville, e poi sulla riva placida di Ascona, con puntate a Milano, Andrea Fazioli dà vita a un giallo insolito con al centro i temi, più che mai attuali, della verità e della menzogna, della realtà truccata. Il perbenismo danaroso veste abiti eleganti sotto cui battono cuori molto ambigui, e i truffatori veri sono forse più limpidi, nei loro imbrogli simili a giochi di prestigio, degli austeri borghesi che collezionano soldi, residenze e quadri d’autore. E sanno esercitare una sottile forma di violenza nelle loro danze di riunioni e cocktail in riva al lago.
* E i bambini osservano muti * di Giuseppe Marotta (Ed. Corbaccio, pp. 224, euro 14,90). Remì ha dieci anni. Ha una famiglia, va a scuola e ha pure una fidanzatina. Un’infanzia apparentemente normale, ma nella terra martoriata dalle guerre di camorra essere bambini pare impossibile. Il nonno, Don Furore, è il boss di una potente banda criminale, che tiene in mano le sorti della sua famiglia e di un indefinito quartiere fra Napoli e Caserta, lungo la Domiziana: la moglie e il figlio si uniscono alla schiera del popolo che lo teme e lo serve, e soltanto la nuora, la madre di Remì, riesce a tenergli testa. Il bambino, sospeso fra questi modelli, si ritrova al centro di un mondo feroce, scandito da rigide regole d’onore, immerso in un implacabile meccanismo di colpe e punizioni dove è sempre più difficile distinguere ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ma per difendere la mamma in pericolo, il piccolo protagonista accetta di combattere una battaglia solitaria che lo porterà a mettere in discussione tutto quello in cui credeva, persino le sue radici.
Per gli appassionati dei generi “Cultura” e “Biografico”
* Il sogno di una vita. Lincoln e Darwin * di Adam Gopnik (Ed. Guanda, trad. di Isabella C. Blum, pp. 272, euro 17,00). “Tutti noi siamo sassi lasciati cadere nel mare della storia”: spesso è un tonfo impercettibile, soffocato dalla corrente delle grandi maree. Ogni tanto, però, la caduta di un sasso cambia il moto dell’oceano. Il 12 febbraio 1809, a poche ore di distanza, sulle sponde opposte dell’Atlantico nacquero Abraham Lincoln e Charles Darwin. Dopo la loro morte – il primo assassinato da un terrorista nel 1865, il secondo nel 1882 dopo una lunga malattia – il mondo non sarebbe più stato quello di prima. Abraham Lincoln venne alla luce in una baita di legno fra i boschi del Kentucky, da una famiglia povera. Si risollevò grazie a un buon matrimonio e diventò un uomo di legge cavilloso ma brillante. Viene ricordato come l’uomo buono e giusto che sancì la fine della schiavitù in America, ma fu anche un comandante senza cuore, che consapevolmente mandò a morire migliaia di giovani. Charles Darwin, invece, quinto di sei figli di una famiglia agiata, fece il suo ingresso nel mondo in un’accogliente dimora nelle campagne dello Shropshire. Avrebbe potuto vivere di rendita, invece decise di trasformare in un mestiere la sua grande passione, quella di “osservare le cose”. Diventò famoso già nel 1838, grazie ai ritrovamenti collezionati durante il viaggio intorno al mondo a bordo del Beagle, ma attese più di vent’anni prima di dare alle stampe il celeberrimo L’origine delle specie. Nel tentativo di rispondere all’eterno dilemma su quale posto spetti all’essere umano fra le scimmie, gli angeli e la storia, Adam Gopnik ricostruisce le vite paradossali e il destino incrociato dei “padri della moralità moderna”, giunti entrambi, partendo da due diversi ambiti del sapere, alla stessa conclusione: in ognuno di noi “c’è senz’altro qualcosa di più del respiro del corpo”, fosse anche soltanto il cappello che portiamo in testa, e la speranza che abbiamo nel cuore.
Per gli appassionati del genere “Fantasy e Fantascienza”
* Tra le braccia della notte * di Nalini Singh (Ed. Nord, trad. di Anna Ricci, pp. 384, euro 18,00). Per Elena Deveraux, tornare a New York non significa solamente riprendere il lavoro di Cacciatrice, ma anche fare i conti coi Sette, i fedelissimi consiglieri di Raphael, un gruppo addestrato per proteggere l’arcangelo da ogni possibile minaccia… compresa Elena: secondo loro, infatti, l’amore che Raphael prova per lei lo ha reso più umano e, di conseguenza, più debole. Una debolezza che potrebbe costargli cara, soprattutto ora che la città è sconvolta da una serie di catastrofi naturali e un gruppo di vampiri rinnegati sta approfittando della confusione per seminare ulteriore panico tra la popolazione inerme. Per questo, i Sette vorrebbero allontanare Elena, senza sapere che, in realtà, lei è l’unica che può salvare Raphael dalla terribile minaccia che grava di lui. Perché i terremoti e le mareggiate che si sono verificati a New York sono i segni che preannunciano il risveglio di Caliane, il più potente e pericoloso degli arcangeli dormienti, nonché madre di Raphael.
Per gli appassionati del genere “Storie vere”
* Nudo tra i lupi * di Bruno Apitz (Ed. Longanesi, trad. di Agnese Silvestri Giorgi, pp. 464, euro 18.60). La nuova edizione italiana di questo romanzo autobiografico, che vide l’autore testimone e protagonista degli eventi narrati, ripristina – sulla scorta della recentissima edizione apparsa in Germania – i brani che poco prima della pubblicazione Apitz decise di eliminare o modificare, restituendo il testo così come fu scritto di getto, all’indomani della liberazione del lager. Campo di concentramento di Buchenwald, marzo 1945. Mentre gli americani sono arrivati a Remagen, un nuovo treno di deportati è giunto al lager. Tra essi Zacharias Jankowski, un ebreo polacco che porta con sé furtivamente una valigia. Alcuni detenuti lo aiutano a nasconderla, ma restano esterrefatti quando scoprono che al suo interno si trova un bambino di circa tre anni. Che fare: denunciarne la presenza o proteggerlo? Di certo la presenza del bimbo, l’unico in quel luogo di desolazione, mette a rischio l’organizzazione internazionale di resistenza attiva clandestinamente nel lager, dove l’obiettivo comune è cercare di sopravvivere tra la disperazione e la speranza, restare uomini nonostante tutto: l’orrore dei forni crematori, le torture, le marce della morte, i delatori, la solitudine, il lento annientamento. Fino all’11 aprile, quando i 21.000 prigionieri superstiti, con le ultime SS ormai in fuga, varcano i cancelli della libertà.
Per gli appassionati del genere “Sentimenti”
* Le imprevedibili conseguenze dell’amore * di Jill Mansell (Ed. tre60, trad. di Anna Ricci, pp. 412, euro 9,90). Orla Hart è una star: milioni di lettrici in tutto il mondo divorano i suoi mielosi romanzi d’amore, che si concludono ogni volta con un appagante lieto fine. Tuttavia adesso ha perso il suo tocco magico, perché la vita – quella reale – non è certo come lei la racconta nei suoi libri. Da tempo, infatti, il marito la tradisce con una donna molto più giovane di lei e, sebbene lo ami ancora alla follia, Orla non può più sopportare il peso di quell’umiliazione, finita persino sulle prime pagine dei giornali di gossip. Così, l’unica soluzione che vede all’orizzonte è sparire, per sempre. Il destino, però, ha in serbo per lei un nuovo, inaspettato capitolo: l’incontro con Millie, una ragazza che ha appena lasciato l’ennesimo fidanzato perdutamente innamorato di lei. Stufa di ritrovarsi impelagata in relazioni soffocanti, Millie vuole prendersi un po’ di tempo solo per sé, e coinvolge nelle sue avventure anche la celebre scrittrice. Travolta dalla sua esuberanza, Orla si lascia trascinare dalla fresca e disinvolta vitalità di Millie, e decide d’ispirarsi proprio a lei per creare la protagonista del suo nuovo romanzo. Con una differenza rispetto al passato: questa volta il lieto fine deve essere autentico e il personaggio deve innamorarsi anche nella realtà. Il problema è che Millie non ha nessuna intenzione d’impegnarsi. Ma Orla ne è convinta: l’amore – quello vero – trova sempre un pertugio nel cuore e sboccia quando meno te lo aspetti.
Per gli appassionati del genere “Attualità”
* Come sopravvivere nell’era digitale * di Tom Chatfield (Ed. Guanda, trad. di Alba Bariffi, pp. 192, euro 14,00). L’integrazione fra umano e digitale ha raggiunto una profondità e una radicalità sconvolgenti: mai prima d’ora la tecnologia era arrivata a toccare così da vicino la sfera privata, perfino intima, di ognuno di noi. Dai primi personal computer fino ai tablet di ultima generazione e all’onnipresenza del web, le nuove macchine digitali offrono un genere di esperienza impensabile in passato, poiché per la prima volta tutte le forme di comunicazione, trasmissione di informazioni e interazione sociale possono essere gestite attraverso un unico dispositivo e in tempo reale. Dal momento che, forse senza esserne pienamente consapevoli, passiamo la maggior parte del nostro tempo “connessi”, Tom Chatfield propone una piccola guida su “come sopravvivere”, ma anche come “vivere in profondità” la vita nell’era digitale, senza esaltarne i vantaggi né demonizzandola a priori: dobbiamo imparare a esplorarne la natura, sfruttarne appieno le potenzialità, ma anche aggirarne i pericoli e gli abusi. Tempo, letture, identità, privacy, economia, pornografia, giochi, piacere: il web tocca e ripropone innumerevoli aspetti della nostra vita. Abbiamo plasmato il mondo digitale e il mondo digitale sta plasmando le nostre vite, ma forse non è vero che Internet e Google ci rendono “stupidi”, anzi ci pongono una sfida ulteriore, quella di “spingerci sempre più avanti nel domandarci che cosa ci rende unicamente umani e che cosa ci lega gli uni agli altri”.
Per gli amanti dei piaceri della vita
* La cucina di montagna * di Francesca Negri (Ed. Ponte alle Grazie, pp. 234, euro 16.00). Così conservatrice, così rivoluzionaria. Riflesso e memoria di territori impervi, gelosi custodi di tradizioni e usanze tramandate per secoli, la cucina di montagna è anche un attualissimo esempio da conoscere e imitare per la sua semplicità e sostenibilità. Prima di tutto però, come spiega Francesca Negri in queste pagine, bisogna sfatare i luoghi comuni che la bollano come monocorde ed essenzialmente grassa. A dimostrazione della propria tesi, in un trekking d’alta quota dalla Valle d’Aosta alla Calabria e alle Isole l’autrice ha selezionato 315 ricette tra cui spiccano famosi classici e vere e proprie chicche, riunendo per la prima volta in un solo volume il più ampio ed esaustivo repertorio della cucina di montagna italiana. Un patrimonio trasmesso perlopiù per discendenza familiare, sempre caratterizzato dall’esaltazione dei sapori e degli ingredienti del territorio ma anche sorprendentemente ricco di sfumature: perché la cucina di montagna è anche cultura di confine, portatrice di influssi provenienti da altri Paesi e civiltà. Raccontandone origini e storia, questo libro ci porta alla scoperta delle minoranze linguistiche – dai Walser ai Cimbri, dai Mòcheni ai Sappadini, alle popolazioni germanofone dell’Alto Adige e del Friuli – e delle loro tradizioni a tavola, che tanto hanno influenzato il patrimonio enogastronomico tradizionale italiano.
Fonte: infinitestorie.it