Esaminatrice: Posso chiederti, Billy, che genere di sensazioni hai quando danzi?
Billy: Non lo so… una bella sensazione… Sto lì, tutto rigido, ma dopo che ho iniziato, allora, dimentico qualunque cosa. E… è come se sparissi. Come se sparissi. Cioè, sento che tutto il corpo cambia, ed è come se dentro avessi un fuoco, come se… volassi. Sono un uccello. Sono elettricità. Sì, sono elettricità.
Siamo nel nord dell’Inghilterra, a Durham.
Il periodo storico gli anni ’80 del Governo Thatcher.
Billy Elliot ha 11 anni, è orfano di madre, e suo padre e suo fratello, entrambi minatori, sono impegnati nel duro sciopero ad oltranza a causa della chiusura delle miniere.
La situazione economica familiare è, quindi, assai delicata.
Un giorno suo padre decide che, per il piccolo Billy è arrivato il momento di coltivare uno sport.
E la scelta cade su una disciplina che in casa considerano “da uomini veri”: la boxe.
Billy non è esattamente il tipo adatto a questo tipo di sport.
E se ne accorge anche subito.
Ma suo padre non è la persona più facile da affrontare e quindi decide di fare come gli si chiede.
Finchè un giorno, la palestra dove si allena non viene condivisa con la lezione di balletto di Mrs Wilkinson.
Per Billy è come una folgorazione.
Prova quasi per gioco e viene invitato a continuare le lezioni dall’insegnante.
Ovviamente si guarderà bene dal rivelare al padre questa sua inclinazione così poco maschile.
Finge di proseguire con la boxe.
Ma è il richiamo della danza quello irresistibile e ammaliatore.
Quando però suo padre scopre la verità succede il finimondo.
Ma Mrs Wilkinson, che ha capito che in Billy c’è un grande potenziale, vede per lui un futuro alla Royal Ballet School.
E forse, questo piccolo ballerino sarà sul serio capace di cambiare il modo di pensare di chi lo circonda.
Billy Elliot è uno di quei film che riguardo a cadenza regolare.
Sorridendo, arrabbiandomi e commuovendomi fino alle lacrime ogni volta, puntuale come un orologio svizzero.
E’ una storia che parla di diversità (pur non chiarendo mai apertamente quale sia l’orientamento sessuale di Billy) e di omosessualità.
Di pregiudizi e di lotta per affermare il proprio modo di essere.
Qualunque esso sia.
Ci sono molte cose che lasciano il segno: il periodo storico, duro, durissimo per molti inglesi.
L’amore per la musica e per la danza.
L’infelicità, causata anche dalle precarie condizioni economiche.
L’amore per la mamma che non c’è più.
Il ritrovato amore di un padre per il proprio figlio.
Billy Elliot è un film da vedere in famiglia.
Per spiegare la diversità in modo intelligente.
Ed è anche un musical, pluripremiato (freschissimo vincitore agli ultimi Olivier Awards, la versione inglese dei Tony, ovvero gli “Oscar” del teatro), con le musiche create appositamente da Sir Elton John.
E io ve lo consiglio.
Sia nella versione cinematografica, che in quella teatrale.
Se vi capita di passare per Londra, ricordate: Victoria Palace Theatre.
Io una capatina li a vedere Billy Elliot ce la farei…fidatevi!!
(Titolo originale: Billy Elliot, Gran Bretagna, 2000, drammatico, Regia Stephen Daldry, Sceneggiatura Lee Hall, Cast Jamie Bell, Julie Walters, Gary Lewis, Jamie Draven, Jean Heywood, Janine Birkett, Nicola Blackwell).