Ok allora facciamo un gioco, mettiamo qua tutti i nostri cellulari. Per la durata della cena…messaggi, Whatsapp, telefonate, leggiamo e ascoltiamo insieme, tanto noi non abbiamo segreti, no?
La recensione di Perfetti sconosciuti
Una bella sera d’estate.
Un gruppo di amici si riunisce a cena per stare insieme e guardare l’eclissi di luna.
Ci sono Eva e Rocco, i padroni di casa, con figlia adolescente in conflitto con la madre, Cosimo e Bianca, freschi di nozze, che vorrebbero avere un bambino, Lele e Carlotta, alle prese con la routine, i figli piccoli e la suocera in casa e poi c’è Peppe, l’amico separato che ha una nuova compagna che nessuno ancora conosce.
Una cena, quattro chiacchiere tra una forchettata e un bicchiere di vino e i cellulari onnipresenti sul tavolo.
Così per scherzo, e con un pizzico di provocazione, Eva propone ai commensali un gioco: rivelare tutto quello che arriverà sui cellulari durante la cena.
In pratica tutti dovranno leggere ad alta voce i messaggi e, in caso di telefonate, mettere il vivavoce.
Tutti accettano pensando che tanto tra amici non ci siano segreti.
Il gioco presto si trasformerà in una sorta di massacro da cui nessuno uscirà illeso.
La mia opinione su Perfetti sconosciuti
Quanti di noi si fiderebbero a lasciare il cellulare nelle mani di altri?
Credo pochissimi perché ormai, come dice Eva ad inizio film, il cellulare è diventato la scatola nera della nostra vita. Su di esso ci sono tutte le nostre conversazioni, foto, messaggi.
Soprattutto quanti, tra i nostri amici, ci accetterebbero, o amerebbero ancora, venendo a conoscenza di tutti i nostri più intimi segreti?
E proprio durante la cena le cose non dette agli amici si ritorceranno come un boomerang contro tutti non lasciando scampo.
Perfetti sconosciuti, film del 2016, ha vinto il David di Donatello come Miglior Film grazie ad attori molto ben calati nei loro ruoli e ad un’ottima sceneggiatura.
Il film parte come una delle solite commedie ma nel secondo tempo rivela tutto il suo carattere appassionando lo spettatore.
Si ride molto e si riflette anche perché chiunque può ritrovarsi in uno dei personaggi messi in campo.
Perché dal tradimento, agli sbagli inconfessabili, alle inclinazioni sessuali non c’è nulla che venga taciuto e soprattutto ciò che colpisce i protagonisti, come gli spettatori, è specchiarsi negli occhi degli amici e vedere la disapprovazione perché, come dice Lele
So frocio solo da du ore e già m’è bastato
Sul finale il film fa un passo indietro e lascia un interrogativo allo spettatore: meglio la verità nuda e cruda o una pacata ipocrisia?
Forse andare fino in fondo mi avrebbe fatto amare il film ancora di più.
Buona visione.
Photo : cinquequotidiano.it