Non c’è essere vivente che scopra il mondo e le spietate regole della selezione naturale in modo più violento e traumatico.
Issa vive a Napoli da un paio d’anni
Vive, o meglio, sopravvive di piccoli espedienti, non troppo legali. Oltretutto è un immigrato clandestino.
L’unione di queste cose lo costringe a vivere sempre sul chi va là, tra la polizia e la criminalità organizzata.
Un giorno Bokassa, al secolo Raffaele Carrone, un poliziotto corrotto, gli propone di scortarlo in un viaggio nel Sahara.
Cambiare aria per un po’ e lasciare perdere le proprie tracce non può che essere una buona idea. Così accetta.
A loro si unisce Samira, una prostituta lesbica che vuole cambiare vita.
Questo sembra quindi il viaggio delle opportunità per entrambi.
Ma sembra solo in parte…
Non appena Issa e Samira l’avevano lasciato, Carrone era sprofondato nella disperazione più nera. Era solo, clandestino, in un paese sconosciuto in cui non poteva comunicare con nessuno se non a gesti; era ferito, stordito dal dolore, dalla paura, e affidato alle mani di uno zulù mastodontico che metteva il gelo nelle ossa solo a guardarlo… Cupamente rimestava in questi pensieri, quando El Hadji Hassan apparve sull’uscio della porta. Si era cambiato di vestito; o meglio, si era spogliato dei suoi vestiti, e ora indossava solo un gonnellino striminzito zeppo di piume e amuleti in denti e ossa di animali. Nella mano destra stringeva dei ferri non meglio identificati, nella sinistra un lungo bastone intarsiato da complicatissimi ghirigori. Lo seguivano quattro uomini che circondarono il ferito come se stessero per tendere un agguato a una preda feroce.
Una storia avvincente, narrata in maniera dura e credibile, delinea dei personaggi ben caratterizzati per una lettura piacevole, consigliata soprattutto a chi ama il genere delle “gangster story”.
Il primo giorno della tartaruga
Sirio Lubreto
CasaSirio, 2016, 272 pag., € 15.00