“Viene sempre il momento in cui bisogna rendere ciò che si è preso…”
La recensione di La felicità vuole essere vissuta, Loredana Limone
Borgo Propizio sta cercando di tornare alla normalità, dopo il terribile sisma che lo ha colpito nella terra e nel cuore. Sono passati tre anni dalla tragedia che distrusse il borgo e uccise diverse vite.
Il romanzo inizia con l’inaugurazione della scuola elementare dedicata a Maria Montessori, che è di buon auspicio, perché segna una rinascita.
Fortunatamente al borgo aumentano i turisti stranieri, la squadra di calcio A.C. Propiziese va sempre meglio, aprono nuovi negozi tra cui i parrucchieri cinesi e ”Amandissima” una boutique alternativa dove il maculato predomina su tutto.
Nascono e muoiono amori.
Ritroviamo il Sindaco Felice Rondinella con i suoi progetti, Belinda e la latteria, Antonia, le sorelle Mariolina e Marietta, Dora con la sua edicola e i pettegolezzi, Ruggero sempre allegro, insomma tutti i personaggi conosciuti negli anni passati.
Il borgo è anche in attesa di una troupe cinematografica, un film sulla figura di Aldighiero il Cortese, Signore medievale che aveva dato lustro al Borgo, e su sua mogie, Rolanda la Minuta.
La mia opinione su La felicità vuole essere vissuta, Loredana Limone
Questa è l’ultima puntata della storia del Borgo e tutti i personaggi rimasti troveranno finalmente un po’ di pace.
Ritornare a Borgo Propizio è come tornare a casa, il posto dove ognuno vorrebbe vivere. Io ho seguito le avventure del borgo dall’inizio e ritorno qui volentieri ogni volta.
Un piccolo paese con la vita reale ma ridimensionato e dove i sentimenti e i legami sono più sereni e rilassati, distante dal caos della città, e proprio per questo lo adoro.
Buona lettura!!
La felicità vuole essere vissuta
Loredana Limone
Salani, 2017, p. 460, €. 18,00
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