A volte siamo convinti di conoscere i nostri figli, ma non sempre è così…
La recensione di Una famiglia quasi perfetta, Jane Shemilt
Jenny è una donna di oggi, che si destreggia tra il lavoro (è un medico) e la vita famigliare. Madre di tre adolescenti, è sposata con Ted, un famoso neurochirurgo.
Ma quando la figlia Naomi, di anni, un giorno non ritorna da scuola, la vita di Jenny va in mille pezzi.
Viene subito lanciato l’allarme a livello nazionale, ma della ragazza non si hanno più tracce.
I mesi passano e l’attenzione si affievolisce.
Ma Jenny non si arrende. Seguendo le tracce della ragazza Jenny si accorgerà che le persone di cui si fidava non sono quelle che pensava. Compresa Naomi, che non è la figlia che credeva di aver cresciuto.
“Per sempre”: è fin lì che spazia il tuo sguardo prima che la vita ti ferisca. No, è ancora oltre; è fin dove arriva la tua immaginazione, prolungandosi verso tutti i luoghi e tutte le persone che pensi ci saranno sempre. Ma niente dura. Non i luoghi, non le persone, non l’amore, nemmeno gli anni fugaci dell’infanzia. La perdita invece dura.
Una famiglia quasi perfetta è un thriller giocato su due piani temporali: nei giorni della scomparsa e un anno dopo.
I personaggi sono molto caratterizzati, e scavano in profondo nella loro psicologia.
Il libro mi è piaciuto proprio perchè è molto caratterizzato ma devo dire che in certi punti ho fatto davvero fatica perchè l’ho trovato lento…
Una famiglia quasi perfetta
Jane Shemilt
Newton Compton, 2015, 330 pag., € 9.90