«Mia cara, non ti sei chiesta come mai così tante persone che mi erano vicine siano morte mentre io sono ancora qui? Ciò che mi ha tenuta in vita è stata la discrezione.
Sono sempre stata brava a mantenere un segreto. Certo, non mi aspettavo di dover custodire quello più importante del ventesimo secolo, ma tant’è, così è la vita.»
La recensione di La lettera d’amore, Lucinda Riley
Joanna reporter del Morning Mail durante la commemorazione dell’attore Sir James Harrison conosce l’anziana Rose, che accompagna a casa perché colta da un malore.
Pochi giorni dopo riceve un plico contenente una vecchia lettera d’amore.
Ma Rose nel frattempo è morta e la sua casa è stata svuotata. Anche l’appartamento di Joanna viene messo a soqquadro e lei capisce che dietro a quella lettera si nasconde qualcosa di grosso.
Si finge una sua parente per cercare il corpo di Rose che sembra sparito nel nulla.
Ad aiutarla nei momenti difficili c’è Simon, che aspetta che la sua ragazza torni dall’Australia ed è il miglior amico di Joanna.
I nipoti di Jamez Harris: Zoe, madre single, attrice di successo che ha una relazione con un uomo misterioso; Marcus è la pecora nera della famiglia, che continua a fare debiti.
Il finale un po’ troppo frettoloso e un po’ scontato, il romanzo è troppo lungo ed ho rischiato varie volte di perdermi.
Buona lettura!
La lettera d’amore
Lucinda Riley
Giunti Editore, 2018, p. 560, € 9,90
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