“Negli ultimi tre anni ha cercato molte volte di cambiare il profilo della propria esistenza. Ha cercato di tagliarlo in modo che le calzi meglio, sia meno ruvido contro la carne viva del dolore. Ma è come se le avessero consegnato un modello fisso, leggi immutabili che la limitano come un orlo, che imbastiscono e cuciono il tessuto della sua realtà in un modo che non è in grado di cambiare”.
La recensione di Un terribile amore, Catherine Dunne
Calista diciasettenne irlandese si innamora di Alexandros, un uomo greco con il doppio dei suoi anni.
Vivono in un Irlanda cattolica e perbenista e per debolezza quando rimane incinta si sposano.
Il matrimonio dura sei anni e oltre alla femmina, Imogen, nasce anche un maschio, Omiron. Calista subisce dal marito violenze fisiche e psicologiche ed è anche oppressa dalla famiglia del marito, la sua solitudine cresce ogni giorno di più.
Esasperata scappa con l’aiuto del cognato di cui si innamora, ma il marito le porta via i figli.
Pilar è una spagnola e dopo aver visto crollare il suo amore sbagliato che l’ha tradita diventa portiera ed è proprio dalla portineria che inizia il racconto a ritroso delle due vite che sono accomunate appunto da un ”terribile amore” che si passano vicine ma non si incontrano. Dal male nasce solo male.
All’inizio il romanzo scorreva molto lentamente, poi è diventato via via più avvincente, ma non è stato il miglior romanzo di questa scrittrice che abbia letto, forse anche un po’ troppo lungo, troppi eventi tragici e tanta amarezza.
Buona lettura!
Un terribile amore
Catherine Dunne
Guanda, 2015, p. 400, € 18,00
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