“Io abito al primo piano, ma sul tetto del palazzo c’è un terrazzino con una bellissima vista. Non ci va mai nessuno, si sta davvero in pace”.
La mia recensione di La locanda degli amori diversi, Ito Ogawa
Izumi, trentacinque anni sta rientrando dal suo lavoro part-time quando vede una ragazza liceale che sembra voglia buttarsi sulle rotaie.
Si avvicina e la tira verso di sé e le due donne iniziano a parlare.
Izumi la porta nella sua casa, dove regna un gran disordine, ma Chiyoko non si scandalizza e inizia a sistemare casa come se fosse da un’amica che conosce da tempo.
Izumi si è separata da sei mesi ed e’ sola per una settimana perché il figlio Sosuke, sei anni è a un campo scolastico.
Mentre Chiyoko è stata ripudiata dalla sua famiglia perché omossessuale.
Nasce così la storia d’amore di una coppia gay, una famiglia arcobaleno, che deve lottare ogni giorno con l’intolleranza ed il pregiudizio della società giapponese.
Decidono di trasferirsi in un posto sperduto, dove sistemano una casa diroccata e costruiscono la Locanda Arcobaleno, un punto di ritrovo per i viaggiatori, dove tutti vengono accettati, un paradiso di pace, dove c’è protezione.
“Nessun fiore può cambiare il suo colore a proprio piacimento. Anche se i colori degli altri fiori sono molto belli, ciascuno deve accontentarsi del suo. Il colore lo si porta con sé fino alla fine, per tutta la vita”.
Buona lettura!
La locanda degli amori diversi
Ito Ogawa
Neri Pozza, 2016, p.315 , € 9,99
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