“Ora muoio, ma o ancora molte cose da dire. Ero in pace con me stesso.
Muto e in pace.
Ma all’improvviso le cose sono emerse.
La colpa è di quel giovane invecchiato.
Io ero in pace. Ora non sono più in pace.
Bisogna chiarire certi punti.
Quindi mi appoggerò su un gomito e solleverò la testa, la mia nobile testa tremante, e cercherò nell’angolo dei ricordi quelle azioni che mi giustificano e perciò smentiscono le infamie che il giovane invecchiato ha sparso in giro a mio discredito in una sola notte fulminea”.
La recensione di Notturno cileno di Roberto Bolaño
Notturno cileno è l’ultimo romanzo pubblicato da Roberto Bolaño mentre era ancora in vita.
Il protagonista di Notturno cileno è padre Sebastián Urrutia Lacroix, prete dell’Opus Dei.
Sul letto di morte inizia a raccontare la sua vita, tormentato dalla propria coscienza, dal “giovane invecchiato” che lo tormenta. Lo fa senza pause, riversandoci addosso una confessione a tratti delirante.
Quello che padre Sebastián Urrutia Lacroix ci racconta la propria vita nel Cile di Pinochet.
Sono io il giovane invecchiato? È questo il vero, il grande terrore, essere io il giovane invecchiato che grida senza che nessuno lo ascolti?
La mia opinione su Notturno cileno di Roberto Bolaño
Roberto Bolaño ci regala un ultimo libro senza respiro. Così mi sono sentita nel leggerlo, perchè non ci sono stacchi non ci sono capitoli. O continui senza sosta o non ci capisci più nulla.
Non nego che ho faticato quindi a leggerlo, io che di tempo ne ho sempre poco e leggo a spezzoni quando posso.
Un libro pieno di simbolismi che ci fa riflettere sulle relazioni tra il potere e gli intellettuali.
In questo paese di proprietari terrieri, disse, la letteratura è una stravaganza e saper leggere è cosa priva di merito.
Roberto Bolaño
Roberto Bolaño è nato a Santiago del Cile nel 1953. Abbandonato il Cile all’indomani del colpo di stato che portò alla dittatura di Augusto Pinochet, Roberto Bolaño visse dapprima in Messico e poi in Spagna, dove si stabilì definitivamente.
Dopo aver pubblicato diverse raccolte di poesie, ottenne la consacrazione presso critica e pubblico come autore di romanzi e racconti nei quali ebbe modo di dispiegare una scrittura e un’inventiva originali, maturate attraverso un lungo confronto con i classici e le avanguardie letterarie, in particolare con il surrealismo e l’opera di Jorge Luis Borges. Nel 1993 pubblicò La pista di ghiaccio, nel quale, affidando il racconto di uno stesso crimine a tre diversi personaggi, dimostrò la predilezione e il talento per la costruzione di strutture narrative complesse e centrifughe.
Bolaño è morto il 15 luglio 2003 all’ospedale Valle de Hebrón di Barcellona, a causa di un’insufficienza epatica e mentre era in attesa di effettuare un trapianto di fegato, lasciando incompleto il romanzo El Tercer Reich.
Notturno cileno
Roberto Bolaño
Adelphi, 2016, 123 pag., € 15.00