In fondo, che ci vuole? È questione di coraggio, è questione di intraprendenza… E, me lo dico sempre, è questione di Costanza.
La recensione di Questione di Costanza di Alessia Gazzola
Costanza Macallè è una giovane anatomopatologa in cerca di lavoro.
Visto che nella sua città natale, Messina, non riesce a trovare nulla ed in attesa che la sua broker le trovi un buon posto nel Regno Unito, Costanza partecipa ad un concorso a Verona.
Nella città scaligera vive da qualche anno Antonietta, sorella di Costanza, e questo rende più sopportabile il trasferimento al Nord.
Eh già perché Costanza ottiene il posto di paleopatologa e la sua vita cambia radicalmente.
All’inizio Costanza non apprezza nulla della sua nuova vita: le mamme dell’asilo dove ha iscritto la figlia di tre anni Flora le sembrano altezzose, il nuovo lavoro non la stimola minimamente perché a lei di ricerche antiche, seppur mediche, non importa nulla ed anche come genitore si sente un fallimento.
Al grido di Montessori, flagellami, Costanza prende la decisione più importante della sua vita: contattare il padre di Flora con cui ha avuto una fugace storia durante una vacanza e di cui non conosce nemmeno il cognome.
Intanto anche il lavoro inizia ad avere un senso grazie alla scoperta a Montorio della tomba di un cavaliere con accanto una treccia rossa.
Anche se quella non è la vita che Costanza sognava inizia piano piano a fare pace con le disillusioni e le speranze infrante rendendosi conto che la situazione non è poi così catastrofica.
La mia opinione su Questione di Costanza di Alessia Gazzola
Alessia Gazzola dopo averci fatto dire addio al suo personaggio più famoso ci regala una nuova eroina che non ha nulla da invidiare ad Alice Allevi.
Ci sono due punti in comune tra le due donne: sono entrambe medico e hanno una vita sentimentale latitante.
Per il resto Costanza afferma prepotentemente la sua indipendenza letteraria quindi non cercate una fotocopia della avventure della Allevi perché rimarreste delusi.
Costanza è una donna che non ha avuto una vita facile e che si è ritrovata a crescere da sola una bambina con un carattere tutto pepe.
Stanca di questa situazione e capendo che è ora di pensare prima di tutto al bene di Flora prende la decisione di cercarne il padre e di accettare un lavoro ingrato.
La protagonista non ha un carattere facile, a volte è troppo sarcastica o cinica, e tende ad avere un innato talento per complicare anche le cose più semplici però entrerà subito nelle simpatie del lettore.
Chicca del romanzo è poi la narrazione in parallelo di vicende avvenute intorno al 1240 perché nel suo lavoro a Verona Costanza si troverà a studiare due delle figlie di Federico II, Selvaggia e Biancofiore.
Questo non è un romanzo storico, come precisa la stessa autrice, ma è una storia che partendo da basi storiche si prende la libertà di romanzarne alcune parti ed il libro alterna un capitolo dedicato a Costanza e uno riguardante la corte di Federico riuscendo a destreggiarsi bene tra le due vicende e creando una sorta di thriller storico.
Un libro interessante, il primo di una trilogia, ben scritto, che conferma il talento di narratrice a tutto tondo della Gazzola.
Buona lettura.