ZeBuk Green: La storia dell’acqua, Maja Lunde

Niente fermava l’acqua, la potevi seguire dal monte al fiordo, dalla neve che scendeva dal cielo e si adagiava sulle cime, al vapore che si alzava dal mare e tornava nuvola in cielo.
Ogni inverno il ghiacciaio cresceva, raccoglieva la neve e s’ingrandiva com’era giusto che fosse e ogni estate si scioglieva, si squagliava goccia dopo goccia e le gocce diventavano rigagnoli, trovavano la strada per scendere; spinti dalla forza di gravità, i rigagnoli si trasformavano in cascate, in fiumi.

Chiudete gli occhi, respirate, ascoltate la musica, goccia dopo goccia, di questa incantevole storia dell’acqua. Maja Lunde, giovane autrice norvegese, ci racconta “dell’amore per i figli e della difficoltà di conciliare gli ideali con l’esperienza quotidiana, mettendo a nudo i disastrosi effetti che le nostre azioni possono avere sul pianeta”.

La recensione di La storia dell’acqua, Maja Lunde

Negli ultimi anni era tutto razionato. Facevamo la coda per un litro di latte. Per un pezzo di carne. Per un sacchetto di mele, per qualunque tipo di frutta. Le code per la frutta e la verdura erano le più lunghe. C’erano così poche api, così pochi insetti. Erano scomparsi gradualmente, ma con l’arrivo della siccità il fenomeno era peggiorato rapidamente. Niente insetti, niente frutta. Mi mancavano i pomodori. I meloni. Le pere. Le prugne. Affondare i denti in una prugna succosa. Fresca di frigorifero…

Una storia che può essere letta in chiave politica (una cli-fi, climate fiction, un sottogenere della fantascienza che si occupa di raccontare le possibili conseguenze del cambiamento climatico) per i disastri ambientali che denuncia, o come racconto di una (o più) storie d’amore intrecciate. Una storia incantevole e dura al tempo stesso, che parte dai suoi personaggi e li guida lungo il percorso in modo da farli incontrare e legare attraverso l’ambiente che vivono.

La storia dell’acqua è il secondo capitolo di una tetralogia (che leggeremo interamente, potete starne certi!) che Maja Lunde dedica ai cambiamenti climatici. Un’impresa a cui ha dedicato molto studio e molta attenzione, e a cui il pubblico e la critica hanno risposto in modo più che positivo.
Le considerazioni che possiamo fare sulla questione sono innumerevoli, prima fra tutte è che quella descritta nel libro è davvero una delle possibili realtà di un futuro vicinissimo a noi. Come dice la scrittrice in un’intervista a Il Manifesto (11 settembre 2018)

 “[…] noi ci consideriamo invulnerabili. Non dimentichiamo che ciò potrebbe accadere anche a noi, cioè di diventare profughi, di andare raminghi alla ricerca di qualche risorsa vitale che si è esaurita (a causa nostra). […] È una fotografia della condizione umana”

Il mio parere su La storia dell’acqua, Maja Lunde

La mia barca, la mia Blå, regalo di mamma, le sue braccia tese, il regalo che io non sono riuscita a non accettare, l’unico regalo che mi ha fatto che io avessi davvero desiderato. A differenza di lei, la Blå non mi ha mai tradito.

Questa puntata di ZeBukGreen è dedicata all’acqua, ai ghiacciai e alle conseguenze delle nostre azioni quotidiane. È dedicata ad una scoperta, quella di un’autrice che non conoscevo, che ci ha aperto gli occhi sulle condizioni in cui versa l’umanità intera.

Una scrittura che ti attacca alla poltrona finché non hai consumato tutte le pagine che mancano alla fine del libro, uno stile pulito, che parla al cuore prima che alla mente, perché pieno di sentimenti reali, raccontati con onestà. Parole che, anche se non comprendi in pieno – vedi il racconto della tempesta affrontata da Signe sulla sua Blå – ti trasportano lì su quella barca, sferzata dal vento e dall’acqua, ti fanno muovere e manovrare come fossi uno skipper provetto. Le sue descrizioni, sia quando ha gli occhi di Signe – cresciuta e plasmata dal suo ghiacciaio -, sia quando veste i panni di David e di sua figlia Lou, condannati in un’esistenza quasi totalmente senz’acqua, sono terribilmente reali. La sensazione fisica, leggendo, è di smarrimento totale, di mancanza di speranza e vie d’uscita, di sete, di rabbia, di bocca secca e lacrime agli occhi.

Ma La storia dell’acqua non è solo un romanzo di denuncia sui cambiamenti climatici: le storie intrecciate dei suoi protagonisti raccontano di amori e di relazioni inadeguate, di padri (e madri) che non hanno dato tutto ai figli, di donne che combattono per i loro ideali, di un meraviglioso rapporto tra una donna e il mare. Tanti diversi registri di lettura per il solito romanzo, una magia!

“È solo acqua! – gridò mia madre – ma può diventare corrente elettrica. Nuovi posti di lavoro. Nuova vita al paese. […] È l’hotel che ci dà da mangiare, lo hai dimenticato? Non certo i tuoi articoli scientifici sottopagati!”

Torniamo per un attimo alla difficoltà del conciliare le esigenze quotidiane (il lavoro, come si fa senza lavoro?) con i principi da difendere: vivere oggi è fondamentale, sì, ma come scegliere tra la concretezza di un lavoro (e di un progresso?) nel presente e la più che certa distruzione del mondo per le generazioni future? Voi avete una risposta?

Il tema mi ha colpito davvero molto, lo ammetto: per i messaggi che vi si possono leggere, per il modo pulito e obiettivo in cui Maja Lunde racconta.
Intanto, in attesa che esca il terzo capitolo della tetralogia, sto correndo a prenotare La storia delle api, voi lo avete già letto? Volete parlarcene?

La storia dell’acqua
Maja Lunde
Marsilio Editori, 2018, p. 346, €. 18,00

polepole
Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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