“Sei quella che ha tolto la pistola a quel povero ragazzo? Wilson mi ha raccontato tutto di te! Hai un nome splendido! Io sono Tiffa Snook, e sono la sorella di Darcy, ehm… del professore Wilson. Consigliami cosa ordinare! Potrei mangiare un unicorno e usare il corno come stuzzicadenti… sto morendo di fame.”
La recensione di I cento colori del blu di Amy Harmon
Blue Echohawk è stata abbandonata dalla madre quando aveva solo due anni e non sa se quello che si ritrova sia il suo vero nome ne se la data in cui festeggia il suo compleanno sia la sua data di nascita.
Blue per scappare dal dolore e dal senso di inadeguatezza indossa abiti appariscenti, si trucca moltissimo ed usa il sesso per dimenticare, è per lei terapeutico, senza amore. Il suo scopo è quello di sentirsi desiderata.
L’unica certezza per lei è stato Jimmy Echohawk, l’uomo che l’ha cresciuta e le ha insegnato a intagliare il legno, ma un giorno anche questa sua unica certezza precipita perché Jimmy non rientra a casa.
A scuola, l’insegnante di storia, Darcy Wilson la salva perché crede in lei, sa che deve ritrovarsi, l’aiuta nella ricerca della sua identità e la incita a guardarsi dentro scrivendo la storia del suo travagliato passato.
Darcy ha ventitre anni, è un gentiluomo d’altri tempi, amante della musica con un fisico prestante.
Sei mesi dopo Blue scopre di essere incinta di Mason, un ragazzo poco di buono con cui stava, proprio nel momento che aveva deciso di cambiare vita.
La relazione alunna-professore sarà una sincera amicizia e chissà se sfocerà in qualcos’altro…
La mia opinione di I cento colori del blu di Amy Harmon
“C’era una volta… un piccolo merlo. Era stato buttato giù dal nido, scacciato. Gettato via. Poi un falco lo trovò e, sollevandolo da terra, lo portò con sè, lo accolse nel suo nido e gli insegnò a volare.”
Blue, la protagonista di questo romanzo, è la classica ragazza definita facile, per sua scelta, perché è l’unico modo che conosce per ricevere attenzioni che durante la sua infanzia non ha avuto.
Non è la classica principessa da salvare, perché alla fine si appoggia al professore, ma riesce da sola, si tira su le maniche e lotta contro se stessa e con un passato che non le appartiene.
Blue non ha radici, nata e abbandonata da una giovane tossicodipendente, trovata da uno scultore taciturno che le fa da padre ma che scompare troppo presto e sarà la sorella di quest’ultimo a prendersi cura di lei.
Anche decidere di far adottare il bambino che porta in grembo è un gesto di grande coraggio, di maturità e non di vigliaccheria.
Buona lettura!
I cento colori del blu
Amy Harmon
Newton Compton, 2014,p. 352,€ 5,90