A me fanno ridere le commedie romantiche a Venezia. La gente viene qua con certe idee che non stanno né in cielo né in terra. Per esempio che sia una città romantica. A parte che non è neanche una città. Se non lo sai, è un arcipelago. Un gruppo di isole grandi come sputi, collegate da ponti, maggior parte storti. Cosa c’è di romantico non lo so. La gente non capisce niente di questo posto. È un posto al limite del vivibile, è fatica anche solo uscire di casa, ti fiacca le gambe in estate inverno e sei sempre sottovento o sotto il sole, o dentro l’acqua o sotto l’acqua o nella sabbia. È un territorio estremo, ecco: se la dico così lo inquadri, il western. Essere sempre esposti, dico. Alle intemperie ma anche agli occhi della gente, essere delle comparse fra scene di cartone, maggior parte abbandonate.
La recensione di La questione dei cavalli di Arianna Ulian
Girare un western a Venezia sembra una cosa assurda eppure Mr. C. famoso regista canadese, è di altro avviso.
La città è perfetta per fare da sfondo al seguito del famosissimo film Il mio nome è Nessuno.
Tutto è pronto.
La troupe straniera è arrivata, i cavalli attendono i dovuti permessi sull’isola di San Secondo e anche il problema delle galline è stato risolto.
Allora perché la città è sul chi vive?
Perché i cavalli non possono sbarcare e una strana muffa rosa si arrampica sui muri delle case?.
Per non parlare dell’odore, dei pesci morti, del caldo.
E degli occhi dei bambini, soprattutto quelli di Momo, così attenti, perspicaci, capaci di sondare ogni frammento, ogni lama di luce.
Mentre alcune comparse danno vita a un manipolo di folli in giro per la città, tutto si arresta.
Il film non si farà, la troupe e Mr. C. andranno via lesti e Venezia sarà pronta a dimenticare.
La mia opinione su La questione dei cavalli di Arianna Ulian
La questione dei cavalli è l’esordio mozzafiato di Arianna Ulian.
Il libro è pubblicato da Laurana Editore nella collana Fremen curata da Giulio Mozzi.
Parlare di questo libro non è facile, come non lo è raccontarne la trama.
L’unica cosa concreta che si può fare è inchinarsi davanti alla bravura, alla prosa sontuosa, meravigliosa dell’autrice.
Arianna Ulian scrive in un italiano magnifico, preciso, poderoso nella scelta dei termini, prezioso nella capacità descrittiva.
Tutti hanno una voce unica e personale in questa storia.
Persino i cavalli sono voce narrante ma usano la poesia, versi rullanti, evocativi, di una bellezza struggente.
E davvero, come scrive Dario Voltolini nella postfazione, sembra di sentire i cori della tragedia greca ogni volta che i cavalli alzano il loro mormorio. Impossibile non emozionarsi, e lo dice una che non ama per nulla gli equini, eppure la gentilezza, il terrore, il profumo della memoria, di ciò che è casa per gli animali li ho percepiti tutti.
Noi raccontammo ricordi, ricordi espirare dal petto, pazienza d’amore soffiare: fiato di donna sul muso, zucchero dentro la mano, capelli di donna tra i denti, il gioco serale…I nostri sussurri producono suono di trotto su strade sterrate; del corpo, ormai fatto incapace, ci resta però; ricordare.
E poi c’è Momo. Momo che è autistico, che lavora sulle autonomie, che osserva, comprende, rielabora, accetta, esegue. Momo, dagli occhi grandi e dal grande cuore, che vuole sapere ma sa che dovrà farcela da solo.
La questione dei cavalli è stata una lettura immersiva, un romanzo che fin dalla prima pagina ti cattura e ti porta in una Venezia che non ha nulla a che fare con la città da cartolina turistica. È una città a volte brutale, sempre di corsa ma immobile, fatta di bellezza e abbandono, di stucchi e distintivi.
È un libro facile questo di Arianna Ulian?
Per niente. È una storia che richiede attenzione, umiltà, tempo. Tempo per conoscere questa Venezia, tempo per comprendere Momo, tempo per chiedere perdono ai cavalli e a tutti gli animali colpevoli di essersi fidati dell’uomo. E chiedere perdono per la superficialità dell’umanità, pronta a pretendere, chiedere, volere ma mai pronta a comprendere.
Buona lettura.
La questione dei cavalli
Arianna Ulian
Laurana Editore, 2020, p. 288, €. 18,00