Qualcosa rimane, Stefano Mariantoni

Caro Luca,
come ti avevo anticipato nell’ultima telefonata, abbiamo trasferito Alberto in un istituto dove è seguito da operatori specializzati.
Ci sentiamo tutti più sicuri. Negli ultimi mesi le sue condizioni sono peggiorate e non riuscivamo più a gestirlo. È vero che ce l’aspettavamo, prima o poi, ma speravamo succedesse il più tardi possibile. Mio fratello si trova nella stessa casa di riposo dov’è ricoverata nostra madre. Il più delle volte non si riconoscono. Stanno seduti vicini e chiacchierano a vanvera come due estranei. L’altro giorno si sono messi a raccontare cose di famiglia. Lei ogni tanto gli chiedeva «A chi sei figlio?» e lui le rispondeva «Maria la sarta. Non la conosci?»

La recensione di Qualcosa rimane, Stefano Mariantoni

L’incipit di Qualcosa rimane di Stefano Mariantoni è qualcosa che ti spiazza.
Pensare ad una madre e ad un figlio, accomunati dalla stessa terribile malattia che cancella i ricordi, insieme, ma divisi per sempre.

Qualcosa rimane è la storia di Alberto Durante, un ragazzo nato e cresciuto in un piccolo paese, sempre a confronto con il fratello minore Franco.
Alberto balbetta, per questo gli piace così tanto rifugiarsi nelle parole e nei libri di Anna.
Alberto se ne va da una vita già programmata e diventa ferroviere.

Quando è costretto a tornare al suo paesello, combatte con la malattia, in un susseguirsi di badanti che non stanno dietro alla sua voglia di vivere.
Alberto si aggrappa alle emozioni della sua storia, che rivive in questo libro nell’arco di una giornata.
Una vita vissuta a pieno, dove Alberto assiste ai funerali di Palmiro Togliatti o a vivere la bomba esplosa nell’ufficio Cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni nella Stazione Centrale di Milano.

Scombussola tutto quanto. Sì, l’Alzheimer è una specie di balbuzie. Io la penso così. Solo che nessuno la sa guarire, ancora. Te la devi tenere.

La mia opinione su Qualcosa rimane, Stefano Mariantoni

Qualcosa rimane è un romanzo intenso che racconta con estrema delicatezza le vicende di un uomo che improvvisamente si trova a dover affrontare l’Alzheimer. A dover vivere una nuova vita in una sorta di «viaggio senza binari», proprio per Alberto che ha fatto il ferroviere.
Stefano Mariantoni scrive un breve romanzo delicato con una prosa che sa di poesia.

Un romanzo commovente. Un romanzo che si fa fatica a lasciare andare.

La parola Alzheimer non mi ha mai fatto spavento. All’inizio mi faceva venire in mente il verbo alzare, se proprio vuoi saperlo. Nel senso di tirare su qualcosa. Nel senso di rimetterla in moto, dopo che è caduta. Perché io ci gioco sempre con le parole, devi saperlo. Ho questo, di buono, secondo me. Gli metto addosso dei vestiti che non c’entrano niente. E poi mi faccio due risate.

L’autore: Stefano Mariantoni

Stefano Mariantoni è nato a Rieti nel 1974, giornalista e docente di sostegno. Ha pubblicato nel 2009 la raccolta di racconti Curvadivita (Edizioni Cinquemarzo) per poi dedicarsi alla narrativa per bambini e ragazzi: ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui il Premio Città di Marostica con un suo racconto per l’infanzia. Questo è il suo primo romanzo, già premiato al Premio letterario città di Grosseto come migliore inedito.

Qualcosa rimane
Stefano Mariantoni
Funambolo, 2022, 233 pag., € 16.00

Nicoletta
Classe 1983 anni, romagnola, mamma di due splendidi bambini e di una stella nel cielo. Programmatrice, lettrice e multitasking (o almeno ci si prova!) Mi piace la lettura da sempre, ho voluto una libreria ampia e spaziosa nella casa nuova, che accogliesse tutti i miei libri. A natale, stufo dei libri accatastati ovunque, mio marito mi ha comprato un ereader. Ed è stata la fine…..

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