E la vita ricomincia.
La recensione di E il vento si fermò ad Auschwitz di Maristella Maggi
La protagonista del romanzo conduce una vita agiata a Fiume. Il papà importa stoffe, la mamma casalinga, un fratello. La vita scorre tra amici, serate in famiglia, scuola.
Poi le leggi razziali irrompono nella loro quotidianità. Prima non possono più frequentare la scuola, poi gli ebrei vengono portati via nel cuore della notte.
La famiglia si sposta prima a Rimini, poi tenta di scappare in Svizzera ma viene tradita.
Deportati ad Auschwitz vengono separati. Solo la ragazza farà ritorno a casa e tenterà di andare avanti.
La mia opinione su E il vento si fermò ad Auschwitz di Maristella Maggi
La storia raccontata nel libro si basa su una vicenda realmente accaduta, infatti è tratta dal racconto di una sopravvissuta ai campi di concentramento.
Il libro è molto toccante ed è un’ottima lettura da affrontare a partire dalle scuole medie. La narrazione mette bene in evidenza l’orrore e la disumanizzazione perpetrati nei campi di concentramento così come la forza necessaria ad andare avanti.
Una testimonianza forte su ciò che è stato e che, come il vento del titolo, continua a soffiare per non dimenticare.
Alla fine del volume ci sono delle pagine di approfondimento sul Binario 21, lo Yad Vashem e i Giusti tra le Nazioni.
Buona lettura.
E il vento si fermò ad Auschwitz
Maristella Maggi
Gallucci Spiga, 2024, p. 144, €. 6,90