Sulla pelle viva, Tina Merlin

« Oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa »

Queste le parole dette da Tina Merlin all’indomani della tragedia del Vajont.

Il 9 ottobre 1963  una frana staccatasi dal versante settentrionale del monte Toc scivolò nel bacino artificiale sottostante  creato dalla diga del Vajont, provocando un’onda di piena che superò di 250 m in altezza il coronamento della diga e che, in parte, risalì il versante opposto distruggendo tutti gli abitati lungo il lago nel comune di Erto e Casso, e in parte scavalcò il manufatto (che rimase intatto) riversandosi nella valle del Piave, distruggendo completamente il paese di Longarone e i suoi limitrofi . Vi furono 1917 vittime di cui 1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni .
Fonte: Wikipedia.it

In occasione di questo triste anniversario vi voglio consigliare il libro di Tina Merlin, uscito solo vent’anni dopo i fatti e che ripercorre attraverso la sua personale inchiesta  le tappe della costruzione della diga , l’autrice denunciò i pericoli che avrebbero corso i due paesi se la diga fosse stata effettivamente messa in funzione già due anni prima dei fatti .  

Io l’ho letto incuriosita dalla visione del film “Vajont” e da una visita alla diga superstite ed è stato illuminante .

Sulla pelle viva
Come si costruisce una catastrofe – Il caso del Vajont
Tina Merlin
CIERRE Edizioni

over quaranta, mamma, geometra e creativa con una fresca passione per il web e una vecchia passione per i libri in tutte le forme sia cartacea che digitale

4 COMMENTS

  1. io vidi il monologo di Paolini e rimasi impressionata…assurdo come abbiano potuto permettere che succedesse una cosa del genere, un intero paese spazzato via…

    • Paolini si è ispirato proprio a questo libro … a me aveva già impressionato il film , ma pensavo ci fosse molta fantasia , poi ho letto e ho scoperto che la realtà era anche peggio 🙁

  2. La pièce di Paolini è magistrale, ha contribuito a diffondere parte della verità. Grazie Elisa per averci fatto ricordare.

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