Fra i servi del Nemico che hanno nomi, il massimo era lo spirito che gli Eldar chiamavano Sauron, ovvero Gorthaur il Crudele, che in origine era dei Maiar di Aulë e che continuò ad avere grande parte nella tradizione di quel popolo.
In tutte le trame di Melkor, il Morgoth in Arda, in tutte le sue diramate opere e negli intrighi della sua malizia, Sauron aveva parte, ed era meno perfido del suo padrone solo in quanto a lungo aveva servito un altro anziché se stesso.
Ma in tardi anni si levò, simile ad ombra di Morgoth, e lo seguì passo passo, lungo il rovinoso sentiero che lo trasse giù nel Vuoto.
Il Silmarillion è il magico e prezioso contenitore che ha dato vita al mondo fantastico di Tolkien, un ‘non finito’ a cui Tolkien attingeva e sul quale ha lavorato di continuo, non vedendone mai la pubblicazione (che è avvenuta solo dopo la sua morte, a cura del figlio Christopher). Non si tratta di un romanzo vero e proprio ma di un insieme di leggende e racconti che hanno stabilito le basi dell’universo fantasy nato dalla mente del suo autore: uno “sfondo storico” a cui far riferimento quando si leggono i suoi capolavori.
Nel libro si narrano le vicende di Arda – il mondo nel quale si trovano i continenti della Terra di Mezzo e di Aman e dove si svolgono tutte le vicende raccontate da Tolkien – dalla sua creazione fino alla Quarta Era.
Il titolo prende il nome dai Silmaril, tre gioielli magici immensamente belli e perfetti creati dall’Elfo Feanor, che racchiudevano la Luce dei Due Alberi:
Pure, il cristallo era, per i Silmaril, null’altro che ciò che il corpo è per i Figli d’Ilùvatar: la dimora del suo fuoco interiore, che è in esso e insieme in ogni parte di esso, e che ne costituisce la vita.
La lunga elaborazione di un’opera
Considerata l’opera primaria e fondamentale, è stata sicuramente la più amata da Tolkien: si può far risalire l’inizio della sua composizione al 1917, quando l’autore era ufficiale combattente in Francia durante la Prima Guerra Mondiale. Durante quell’esperienza nacquero i primi racconti, poi rielaborati e modificati in varie fasi durante gli anni successivi. Dopo il successo de Lo Hobbit venne considerata l’idea di pubblicare il Silmarillion ma il suo stile e la sua concezione sembrò troppo distante dalle richieste dei lettori dell’epoca e l’editore non approvò la proposta. Negli anni successivi Tolkien continuò a lavorare e rimaneggiare la sua opera, aggiungendo racconti e sviluppando storie parallele ma non riuscì a vedere la pubblicazione dell’opera.
Il Silmarillion si compone di cinque parti:
- Ainulindalë — la creazione di Eä, l’universo tolkieniano
- Valaquenta — una breve descrizione dei Valar e dei Maiar, gli esseri soprannaturali
- Quenta Silmarillion — gli eventi prima e durante la Prima Era, che costituiscono la maggior parte dell’opera
- Akallabêth — la storia di Númenor durante la Seconda Era
- Gli Anelli di Potere e la Terza Era — nel quale vengono riassunti gli eventi della Seconda e Terza Era dei quali sono protagonisti gli Anelli di Potere fino all’inizio della Quarta Era (l’immediato antecedente de Il Signore degli Anelli)
Solo nel 1977 il figlio Christopher riuscì a pubblicare Il Silmarillion, dopo averlo ulteriormente integrato, lavorando e raccogliendo molte bozze del padre per farne un’opera unitaria. Nonostante Christopher Tolkien abbia cercato di rispettare al massimo l’opera del padre, leggendo Il Silmarillion si deve tener conto del suo intervento che, in molti casi, è stato notevole, dato lo stato abbozzato di molti testi.
[Note tratte da Wikipedia]
J.R.R. Tolkien
Bompiani, 2005, pag. 464
ISBN: 978-8845256547