Ero giapponese.
Nella provincia del Kansai, a due anni e mezzo, essere giapponese significava vivere nel cuore della bellezza e dell’adorazione. Essere giapponese significava abbuffarsi dei fiori esageratamente profumati del giardino molle di pioggia, sedersi sul bordo dello stagno di pietra a guardare, in lontananza, le montagne grandi come l’interno del proprio petto, prolungare dentro di sé il canto mistico del venditore di patate dolci che attraversa il quartiere all’imbrunire.
A due anni e mezzo, essere giapponese, significava essere la prediletta di Nishio-san. Se glielo chiedevo, lei abbandonava in qualsiasi momento le sue occupazioni per prendermi in braccio, coccolarmi, cantarmi canzoni che parlavano di gattini o di ciliegi in fiore.
In principio era il tubo.
E’ così che scopriamo la piccola Amélie Nothomb, all’inizio di questa breve autobiografia:
Un essere muto e immobile nei suoi primi due anni di vita. Se si eccettuavano il mangiare e il liberarsi di ciò che mangiava.
Come in un tubo, appunto.
Una piccola statua, che si autodefinisce Dio.
Una vita assolutamente vegetativa.
Almeno fino all’arrivo della nonna paterna, munita di una medicina miracolosa: il cioccolato belga.
Da quel momento, il tubo prende vita.
E scopre di saper parlare.
E di poterlo fare in entrambe le lingue conosciute: il francese e il giapponese.
Metafisica dei tubi è un piccolo sguardo ironico e fresco nell’infanzia della Nothomb nel suo adorato Giappone.
Ogni episodio che in qualche modo segna la sua vita appena iniziata fa sorridere.
Una piacevole lettura.
E senza dubbio un’autobiografia molto poco comune.
Metafisica dei tubi
Amélie Nothomb
Guanda, 2010, 121 pag.
ISBN 9788882463687
… credo che, dopo aver affrontato altri suoi libri, con ben altri temi… questo vada per forza letto, almeno per capire qualcosa di più di questo personaggio!
“abbuffarsi dei fiori esageratamente profumati del giardino molle di pioggia”… quanto mi piace questo pezzetto… 🙂
Ci sono dei passi assolutamente esilaranti.
Altri più contemplativi.
Ma è davvero una lettura molto piacevole.
Ecco hai creato una nuova dipendenza in me …. mamma mia ce la posso fare 😀