Maria non leggeva i giornali, altrimenti, il giorno dopo, avrebbe letto quanto era stato scritto sull’incidente che aveva reso lei, e il fratello Nicola, orfani. Chissà come avrebbe reagito di fronte alla descrizione, spettacolare e del tutto immaginaria, del ribaltamento della macchina. E chissà cosa avrebbe pensato del commento finale del giornalista, il quale, dopo il racconto della morte dei genitori, citava anche il suo nome e quello di Nicola, per spiegare con occhio lucido ai lettori che due adolescenti erano “rimasti soli al mondo”.
Lei l’incidente non se l’era immaginato affatto. Era stato il fratello a chiedere i dettagli alla polizia, ma non era riuscito a sapere molto. A giudicare dalle impronte sull’asfalto la macchina aveva sbandato, poi doveva essersi capottata almeno due volte prima di prendere fuoco.
Note sul libro
Primi anni Cinquanta, in un piccolo paesino del Meridione d’Italia. Maria e Nicola sono due fratelli appena ventenni: troppo giovani per rimanere soli al mondo, e giovanissimi per attraversare l’oceano fino al Nuovo Mondo. Eppure è proprio quello che la vita dà loro in sorte. Rimasti improvvisamente orfani, vengono affidati a uno zio che ha fatto fortuna in America. Ed è già durante il lungo viaggio sul transatlantico che la loro diversa indole si manifesta: Maria è una sognatrice, legge in ogni spruzzo d’acqua dorato dal sole una promessa, ma è di fatto indifferente al continente misterioso che le si spalanca davanti. Nicola, invece, è teso, febbrile, inquieto, avido di vita e di esperienze, e impiega poco per venire a patti con le sue origini e lanciare la sua sfida a New York, come Lucien de Rubempré la lanciò a Parigi nelle Illusioni perdute di Balzac.
Antonio Monda ci regala una storia sinuosa e avvincente, pervasa da un’intensa spiritualità. Un romanzo sull’America, i suoi miti e le sue ombre, il suo sogno, la sua realtà.
L’america non esiste
Antonio Monda
Mondadori, 2012, p. 276, €. 18,00