“Quando un bambino viene al mondo ha i pugni stretti, così no?”
Strinse il suo.
“perché? Perché un neonato, nella propria ingenuità, vuole afferrare qualsiasi cosa, vuole dire:” il mondo intero è mio”. capisci?
“ma quando una persona anziana muore, come lo fa? Con le mani aperte. Perché? Perché ha imparato la lezione”
Quale lezione?
Distese le dita vuote
“non possiamo portare niente con noi”
La vita in un giorno – di Mitch Albom
Sul Libro
Albert Lewis e Henry Covington sono due uomini speciali. Il primo è un rabbino, ha ottantadue anni e ha illuminato intere generazioni con i suoi sermoni recitati con la buffa dolcezza di poesie. Il secondo è un pastore protestante, afroamericano, che ha conosciuto la violenza e il carcere prima di scegliere di dedicarsi alla fede, lavorando nei sobborghi senza speranza di Detroit.
Mitch Albom, invece, è uno come noi: la sua vita frenetica e un po’ sbadata è fatta di lavoro, famiglia, amicizie, seccature e piccoli piaceri, rincorsa di cose poco importanti e pigrizia nei confronti di quelle che contano. Proprio come noi, Mitch ha poco tempo per tutto, figuriamoci per fermarsi un momento a pensare.
Ma quando il rabbino Lewis, molto malato, gli chiede se scriverà il suo elogio funebre, e intanto, per caso, Mitch scopre la storia insolita e affascinante del pastore Covington, per lui quel momento finalmente arriva.
E comincia un nuovo viaggio – vero, appassionante, cruciale, dentro e intorno a quello straordinario mistero che è la fede. La fede, poco importa in quale Dio, come l’hanno vissuta e regalata agli altri il rabbino Lewis e il pastore Covington, che per tutta la vita hanno aiutato le persone a scoprire o riscoprire se stesse. (Fonte: Anobii).