Settimana nuova…e nuovo Guest Post!
Questa volta ad accompagnarci attraverso la paura del diverso non sarà un racconto, o un articolo di tipo scientifico.
A parlare oggi, saranno le immagini.
Perchè l’amica che ospitiamo in questo spazio è Francesca, mamma, blogger (la sua “creatura” è Il mio mondo nuovo) e, tra le mille altre cose, anche ottima disegnatrice .
Ed è stato quasi naturale chiederle un contributo per Zebuk sotto forma di fumetto.
Qualcosa di semplice, ma d’effetto.
E lei ci ha pensato su giusto un attimo per poi rispondermi:
Avrei un’idea…ora disegno e poi mi ti mando la vignetta.
Le piccole storie parallele sono nate così: quasi per caso, sulla base di una felice intuizione.
E il risultato è così semplicemente vero e importante che non vediamo l’ora di mostrarvelo….
L’argomento trattato richiede tutta la nostra attenzione:
Come avvicinare i nostri figli alla diversità?
Una domanda che potrebbe scatenare una serie di lunghe, lunghissime risposte.
Eppure Francesca sintetizza alla perfezione i comportamenti che si tengono in certi casi.
A noi resta la scelta, una volta osservata la vignetta, di intraprendere una strada o l’altra.
Eccovi il fumetto e il “commento a caldo” dell’autrice.
Buona visione….e grazie ancora, Francesca!!
La paura del diverso
“Facciamo in modo che i nostri figli non rimangano stupiti dalla diversità: piuttosto insegnamogliela in modo che imparino a rispettarla ed apprezzarla.” (Francesca, Il Mio Mondo Nuovo)
E ora tocca a chi ci legge:
Se anche per voi la pensate come Zebuk e come Francesca….condividete la vignetta e gridatelo ai quattro venti.
Anche questo gesto, in fondo, ci aiuterà a far capire che
Noi non abbiamo paura.
io faccio tutte le vignette: invito mia figlia a non indicare e commentare ad alta voce (anche perchè temo i “mamma, ma quel signore è grasso grasso” o “mamma, ma perchè quello è così brutto?”) e le spiego con calma e a bassa voce quel che vede. Finora dei colori non chiede nulla, è abituata a vederli da sempre quindi si vede che lo dà per scontato, è molto incuriosita da chi si bacia ecc. in pubblico e io “eh, si vogliono bene” “eh, si fanno le coccole” (sia in video che dal vivo… e ha visto coppie di tutti i tipi).
Ma secondo me è “normale” far tutte e quattro le cose; del resto, insegnare a non indicare è educazione, non c’entra col razzismo
Certamente insegnare a non indicare è cosa buona e giusta…
La mia era una semplificazione di certi atteggiamenti che si limitano a garantire la forma (“non indicare”) e non vanno oltre a spiegare la sostanza.
avrei delle cose da raccontare, su questo, ma finirei OT… magari in privato!!
[…] piccolo contributo per il sito Zebùk, che questo mese affronta il tema della paura della diversità e di come la si possa spiegare ai […]
In effetti il “non indicare” lo dico spesso anch’io a mia figlia. Lo faccio sorridendo. E poi le do spiegazioni simili a quelle delle vignette di destra.
Secondo me il punto non è nel dire o non dire di non indicare.
Il punto fondamentale è educare alla diversità.
E farlo senza farla pesare, la diversità
Detto questo, sono contenta perchè un tema così deve essere discusso.
Quindi, parliamone pure! 🙂
L’importante è che sia chiaro che la vignetta non è contro il “non indicare” ma contro chi non va oltre il “non indicare”. 😉
Si è capito benissimo Francesca , i disegni a volte spiegano più di mille parole ,grazie è davvero bello questo tuo modo di parlare 🙂
Perfetto allora!
Grazie mille e … “complimenti per la trasmissione!” 😛
Educare alla diversità, sì. Noi genitori ne parliamo e ci facciamo mille problemi in proposito.
Intanto i nostri bambini colorano il loro compagno di banco di rosa, come se stessi. Già, a volte quel compagno di banco però è senegalese… questo fa pensare, no? 🙂
Grazie Francesca, bello il tuo modo di vedere e di disegnare… 🙂
Grazie a voi, sono stata davvero contenta di collaborare con ciò che più mi piace fare!