A volte ti capita di incontrare persone che riescono in qualche modo a comunicarti le proprie emozioni.
E quando lo fanno attraverso la carta stampata (o da un ebook, come in questo caso), beh allora accade qualcosa di inaspettato.
Perchè ti sembra di conoscere quella persona da tanto tempo.
Anche se, in realtà non l’hai mai nemmeno incontrata.
E’ ciò che mi è capitato con Stella Robi, l’autrice di Like the Moon – La faccia nascosta della luna, che abbiamo recensito qualche tempo fa.
E questa è la nostra chiacchierata virtuale.
L’intervista
- Nell’introduzione a Like the Moon ho letto che il tuo libro è nato a puntate sul tuo blog. Ti va di raccontarci com’è andata? Era da un po’ di tempo che la domanda tornava a pressarmi: cosa vuoi davvero farci con i tuoi racconti? Che, in altre parole, valeva a dire: vuoi veramente che continuino a rimanere chiusi a chiave in quel tuo cassetto?Ma spedirli alle case editrici non ha mai fatto per me, ho sempre rimandato, trovando mille scuse, a volte anche banali.E allora? Un blog… idea non di certo originale in questo affollato web. Ma era pur sempre un’idea che si combinava, più o meno bene, con il mio modo di essere. Qualche racconto come rodaggio e poi sono partita con i capitoli di Like the Moon, circa due a settimana. Pensavo che un giallo si prestasse a catturare il lettore e a spingerlo a tornare per continuare la lettura.Come è andata? Ho cominciato post dopo post ad avere davvero i primi fedeli lettori, ho cominciato a farmi conoscere, ma soprattutto ho conosciuto persone speciali. È nato così, dall’incontro casuale (ma poi cosa nella vita può dirsi davvero casuale!) con Annalisa Uccheddu, quando ancora Siska Editore non esisteva, il vero viaggio di Like the Moon: la metamorfosi da manoscritto a libro, da blog a ebook.
- Ti sei ispirata a qualcuno per il personaggio di Lily? Sì, a una ragazzina mia compagna di scuola delle elementari. Era più forte di lei, curiosa come una scimmietta, non perdeva occasione per sbirciare non solo tra i diari segreti… se la invitavi a casa e la perdevi di vista eri spacciata! Fortuna era anche molto simpatica, ma la cosa peggiore era che non solo aveva la capacità di scovare i segreti più custoditi, ma non aveva neanche nessuna intenzione di mantenerli!
- Spiegaci il titolo del tuo romanzo. In realtà il titolo originale era quello che adesso è il sottotitolo e cioè “La faccia nascosta della luna”. Come dicevo prima, il giallo ha visto luce sul mio blog e questo titolo era decisamente lungo. Pensando a qualcosa che ne potesse sintetizzare il più possibile il significato, ho cercato proprio tra le pagine del giallo. E’ stato un personaggio stesso a suggerirlo, quando pronuncia questa frase spiegando che, “Come la Luna”, a volte la realtà non è proprio come sembra, noi ne scorgiamo solo una faccia, quella che ci è data di vedere, o semplicemente che vogliamo vedere. Ma c’è anche dell’altro, che a volte ignoriamo o vogliamo ignorare e cioè il lato nascosto.
- Like the Moon sembra avere un finale in qualche modo aperto. Hai in programma un secondo episodio? Per la verità quando ho scritto il finale no, non avevo in mente nessun seguito. Voglio dire che non è scritto così appositamente per farne un seguito, ma solo perché nella mia mente era l’unico finale consentito, ovvero che, mettendomi nell’ottica dei protagonisti, potevo considerare.Ora però, dopo aver letto i commenti dei lettori (e anche il tuo nella tua bella recensione!) non nego che quest’idea stia prendendo pian piano spazio nella mia fantasia. Insomma, niente di prestabilito nel finale di Like the Moon, ma un pensiero che prende forma, e che sempre più mi torna in mente… Ed è spesso così che prendono vita le mie storia.
- C’è un libro di un autore famoso che avresti voluto scrivere tu? “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. Per un’aspirante giallista come me, una sola parola: geniale!
- La tua citazione preferita. Un giorno senza un sorriso è un giorno perso. Charlie Chaplin
- Cosa rappresenta per te scrivere? Scrivere per me è un sogno a occhi aperti. Credo di aver scritto da sempre, anche quando non sapevo materialmente scrivere. Però sapevo inventare, e inventavo storie incredibili, spesso prima di addormentarmi, o che raccontavo ai miei amici… eravamo bambini.Quando scrivo, sento i personaggi prendere vita, i luoghi diventare reali, i dialoghi e le inflessioni delle voci risuonarmi nelle orecchie, i profumi diffondersi nell’aria, e poi le espressioni dei visi, quella particolare luce, le emozioni… ho tutto davanti ai miei occhi, in un solo istante.Scrivere per me è un momento unico, è la mia fantasia che si ferma e resta viva senza più tempo.Scrivere per me, come mi piace dire, è la mia prospettiva seducente.
- E per finire…stai per andare su un isola deserta e puoi portare con te soltanto 3 libri, che rappresentano per te il passato, il presente e il futuro. Quali scegli e perché? Vediamo…Passato: Nessun luogo è lontano di Richard Bach. Un regalo di una mia carissima amica, in un periodo per me di grande cambiamento e lontananza da tutte le persone care.Presente: Hunger Games di Susanne Collins. Lo sto leggendo proprio ora, e non sopporterei di lasciarlo incompleto. Mi sta prendendo molto! Futuro: credo la Bibbia, se finissi davvero in un’isola deserta credo che non sarebbe male averla con me! 🙂
Ti ringrazio per la tua disponibilità.
Grazie a te per l’ospitalità e ancora grazie per aver letto e recensito Like the Moon!