Un nuovo guest post che parla di violenza, con un vecchio amico che torna a trovarci: Marco Gilardi, giovane protagonista di Sarò come Garrincha.
Lui la violenza l’ha vissuta sulle sue spalle, e sa di cosa stiamo parlando.
Violenza tra le mura domestiche.
Violenza che non ti fa respirare e ti fa sentire come il peggiore degli esseri viventi, senza alcun diritto e con addosso tutte le colpe del mondo.
Ma facciamo parlare Marco…
Un caro saluto a tutti i lettori e a tutte le lettrici di Zebuk, mi presento: sono Marco Gilardi, il protagonista del romanzo di formazione intitolato “Sarò come Garrincha”.
Per chi non l’avesse letto e non ne conosca, pertanto, le vicende narrate, si tratta di un triste episodio di reiterate violenze tra le mura domestiche.
Violenze ingiustificate, incomprensibili e anche difficilmente confessabili.
Violenze che un “padre deviato” esercita tirannicamente, per anni, sia nei confronti della moglie che del figlio adolescente.
Fino a creare un ambiente familiare invivibile: un ambiente insalubre, tossico, devastante; e che rischia di rovinare irrimediabilmente la vita di tutti!
Tuttavia, devo confessare che, dopo un primo periodo (che va dall’infanzia all’adolescenza) caratterizzato da mortificazioni interiori e lacerazioni dell’anima (e che portò quasi all’annientamento della mia personalità), furono proprio le terribili cattiverie che mi venivano inflitte nella carne e nello spirito (perché, credetemi, è davvero pazzesco che un padre arrivi a odiare il frutto del suo stesso seme, a tentare di danneggiare in ogni modo il sangue del suo sangue) a fortificarmi nella mente e nel corpo.
In pratica, per dirla alla Nietzsche…”quello che non riesce a ucciderti, non fa altro che renderti più forte!”
Fu proprio la voglia di reagire a quelle assurde malvagità, cioè, a costituire il magico propellente che mi permise di spingermi anche oltre i miei stessi limiti, sia in campo scolastico che in campo sportivo.
E, soprattutto, a ottenere dei risultati meravigliosi, sia in termini di maturazione personale che di riscatto sociale.
Il segreto per non cedere alle violenze che ci vengono perpetrate, quindi, consiste nell’utilizzare la stessa frase che si ripeteva il buon Marco per spronarsi ad andare sempre avanti, nonostante tutte le malefatte che gli venivano inflitte:
“Quante più me ne farai, tanto più forte sarò; quante più me ne farai, tanto più forte sarò;
quante più me ne farai, tanto più forte sarò; quante più me ne farai, tanto più forte sarò!”
Per cui…ragazzi e ragazze…forza: facciamo diventare questa frase il mantra potenziante della nostra vita!
Il consiglio che vorrei dare a tutte le persone (ragazzi e non) che si trovano coinvolte in tali avvilenti situazioni è quello di non permettere mai alle violenze che subiamo di prostrarci nello spirito; nel non permettere alle ingiustizie che subiamo di mortificare i nostri sogni; nel non permettere ai tradimenti che subiamo di svilire il nostro cuore.
In sostanza, nel non permettere alle persone cattive e agli eventi esterni di cambiare in peggio il nostro carattere e di annichilire la nostra interiorità.
Sì…perché mi preme confessare anche che…a lungo andare…il tenerci dentro troppa negatività (ossia provare del rancore nei confronti di coloro che ci hanno fatto del male), non fa altro che danneggiare noi stessi, finendo per diventare dannoso almeno quanto il provare paura.
Come diceva Madre Teresa di Calcutta, se da un lato è vero che non dobbiamo mai avere paura, dall’altro lato è altrettanto vero che dobbiamo anche saper perdonare: perché l’incapacità di perdonare finisce, alla lunga, per inaridirci moralmente e per appesantirci spiritualmente; e, soprattutto, non fa altro che attirare altra negatività nella nostra vita.
“L’ostacolo più grande è la paura, il sentimento più brutto è il rancore, l’errore più grande è rinunciare, il regalo più bello è il perdono, la forza più grande è la fede, la cosa più bella del mondo è l’amore”.
Pertanto, sempre parafrasando Madre Teresa di Calcutta: “Sii tu stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo, perché l’amore è la più potente forza trasformatrice che esista!”
Auguro buona fortuna a tutti.
Che la forza e la fede siano sempre con voi.
***
Un grazie a te, Marco.
Per averci raccontato la tua storia vera.
Per la forza che sei riuscito a tirar fuori, quando tutto sembrava essere perduto. Quando chi avrebbe dovuto difenderti dal pericolo e dalla violenza si è trasformato in chi quella violenza te l’ha fatta conoscere e provare sulla pelle.
E un grazie a Lucio, che ha dato voce alla tua voce…