I film di Zebuk: Appuntamento a Belleville

Dillo a nonnina, è finito il film?

La recensione del film Appuntamento a Belleville

Il piccolo Champion, orfano, vive con la nonna, Madame Souza, appena fuori Parigi.
È un bimbo malinconico dai grandi occhioni tristi.
La nonna gli regala un cucciolo di cane ma il bambino è un appassionato di ciclismo.
La nonna lo scopre casualmente e gli regala un fiammante triciclo.
Da quel giorno Champion pedala felice ed arriverà, da adulto, a partecipare al Tour de France.
Il cane Bruno e la nonna lo seguono sempre, Bruno dormendo e sognando uno de suoi strambi sogni in bianco e nero, la nonna sferruzzando e dando il ritmo a suon di fischietto.
Purtroppo durante la gara Champion viene rapito dagli scagnozzi di un gangster e portato nella città di Belleville. La nonna riuscirà a trovarlo e liberarlo insieme alle sue nuove amiche, le Triplettes.

La mia opinione sul film Appuntamento a Belleville

Uscito nel 2003 e presentato al Festival di Cannes fuori concorso, Appuntamento a Belleville è un cartone diverso dai soliti. Innanzitutto è praticamente un film muto se si eccettuano poche, pochissime battute; è disegnato alla vecchia maniera e colorato come i libri di favole di una volta: colori un po’ smorzati, effetto quasi seppia però toni caldi che fanno subito atmosfera. E’ anche e soprattutto un grande omaggio ad uno sport, il ciclismo, e a uno dei suoi più grandi campioni: Fausto Coppi.

Memorabile la scena d’apertura che fa rivivere Frank Sinatra e Josephine Baker al ritmo di Belleville rendez-vous cantata dalle giovani Triplettes.

E’ un lungometraggio particolare.
Le inquadrature, per esempio, si soffermano su piccoli dettagli, i personaggi spesso sono visti dalla prospettiva del cane Bruno e poi le Triplettes ormai anziane fanno musica usando un frigorifero, un giornale ripiegato e un aspirapolvere.
Bellissimo il personaggio della nonna, piccola, con una scarpa ortopedica altissima, che ama il nipote a dismisura ed è pronta a salpare per Belleville con mezzi di fortuna pur di ritrovarlo e che non si fermerà davanti a niente e nessuno col suo cipiglio battagliero come unica arma.

Un cartone che piacerà ai grandi ma anche ai più piccoli, una storia che tramite i disegni sa parlare e raccontare molto meglio di tanti cartoni urlati e pieni d’azione. La storia di un sogno e di una passione, di un amore smisurato.

Secondo me è una pellicola che vale la pena di vedere per ritrovare altri ritmi, altri modi di narrare e raccontare e perché, diciamocelo, ogni tanto è bello allargare gli orizzonti e scoprire che oltre ai famosi lungometraggi del caro Walt ci sono gioiellini come questo. E credetemi quando vi dico che a fine film canticchierete la trascinante canzone delle Triplettes e magari proverete a fare musica con quello che vi capita sotto mano.
Buona visione.
 

 

 

 

Titolo originale : Les Triplettes de Belleville, Genere : Animazione, Regia : Sylvain Chomet. Durata: 78 min.

SIBY
Francesca, 44 anni, mi firmo come SIBY su Zebuk. Amo leggere e fin da piccola i libri sono stati miei compagni. Leggo di tutto: classici, manga, thriller, avventura. Unica eccezione Topolino; non me ne vogliate ma non l’ho mai trovato interessante.

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