Con l’arrivo della primavera di solito si ha voglia di rigenerarsi, di cambiare, di dare un po’ di colore e calore al nostro umore, alla nostra vita e perché no anche alla nostra casa che da un punto di vista simbolico rappresenta il nostro mondo psichico.
E’ arrivato il momento delle grandi pulizie e di liberarci finalmente dalle cose inutili/inutilizzate……oppure no?
Il dilemma è sempre lo stesso:
cosa buttare e cosa tenere… e spesso si finisce per tenere tutto!
In questo post non parleremo di disposofobia, un disturbo compulsivo che consiste nell’accumulare oggetti inutili tanto da rendere impraticabili gran parte delle stanze della propria abitazione e compromettere il proprio stile di vita, ma cercheremo insieme di provare a capire quali possono essere le motivazioni che spesso ci spingono a non buttare via le cose che ormai da tempo non utilizziamo più.
Nessun comportamento può essere definito patologico in senso stretto se non compromette in maniera considerevole la propria quotidianità.
Quindi state tranquille/i, se il vostro armadio o il vostro garage è pieno di vestiti e di cose che non utilizzate da tempo non vuol dire che siete vittime di un accumulo compulsivo…. per ora!
Proviamo quindi a fare qualche riflessione sulla difficoltà di liberarci delle cose inutili:
- Primo pensiero: Ogni oggetto che possediamo, è legato ad un ricordo particolare. A seconda del tipo e dell’intensità dell’emozione che associamo al ricordo, si farà più o meno fatica a liberarsi dell’oggetto in questione. A volte però il forte attaccamento ad una cosa è di tipo “strumentale” e non propriamente emotivo: “Non lo butto perché prima o poi potrebbe servire”.
- Secondo pensiero: Se la tendenza è quella di accumulare grandi quantità di cose, viene meno la capacità di capire con una certa lucidità quello che serve veramente da quello che non serve, quindi non si è in grado di decidere. Questo tipo di atteggiamento è determinato dal fatto che manca un confine netto tra il Sé e le cose materiali, ma tendiamo a considerare gli oggetti come un prolungamento di noi stessi.
- Terzo pensiero: Possedere tante cose (spesso veramente inutili), non vuol dire necessariamente vivere nel caos, ma evita di farci vivere un insopportabile senso di vuoto (interiore). Circondarsi di oggetti è rassicurante e rappresenta un tramite fra noi (il Sé) e l’altro. Quando si fa fatica ad investire nelle relazioni affettive, si cerca di compensare il senso di vuoto interiore riempendolo di ricordi legati ad oggetti materiali. Purtroppo però questi ricordi non sono vissuti serenamente per un blocco affettivo….
- Quarto pensiero: Il bisogno di avere la situazione sotto controllo. Avere tante cose ci dà quest’illusione di un controllo concreto.
Un esempio semplice per capire, può essere dato dal contenuto delle nostre borse…. Se proviamo a svuotarle è probabile che ci troveremo tante cose, alcune delle quali non ricordavamo nemmeno di avere, che però possono tornare utili per ogni evenienza, perché…non si sa mai… quindi non le buttiamo. Spesso il contenuto della borsa rappresenta il nostro piccolo (o grande) kit di sopravvivenza che ci dà quella sensazione di sicurezza e di controllo ogni volta che usciamo dalla nostra area sicura, la casa.
A volte dietro la difficoltà nel gettare via un oggetto c’è un legame affettivo profondo con l’oggetto in se stesso.
La cosa che colpisce è che spesso questi oggetti investiti di valore sentimentale possono essere i più disparati: un biglietto del cinema, la boccetta di un profumo, un paio di guanti, una penna, la carta di una caramella ecc…
Il pensiero di fondo è che nel momento in cui si getta via qualcosa al quale teniamo, ci si sente come se eliminassimo una parte di noi.
La paura di commettere un errore nel momento in cui ci si disfa di qualcosa porta a non prendere mai una decisione definitiva.
Questo timore di gettare via qualcosa, è legato alla paura che in futuro possa servire e alla paura di non poterne trovare mai più una uguale.
È un po’ come se si pensasse che buttare via qualcosa possa togliere alla persona, il controllo di quell’oggetto che magari potrebbe finire nelle mani di qualcun altro.
Per concludere, i motivi per i quali si fa fatica a liberarci di tante cose inutilizzate sono molteplici, ma in un contesto di normalità cerchiamo di non considerarli come un alibi, perché buttare via qualcosa, significa fare posto a qualcos’altro…
Inoltre ricordiamoci che il possesso fine a se stesso non serve a niente.
L’avere, dovrebbe essere legato alla felicità di poterlo utilizzare e magari di condividerlo con gli altri.
Buona primavera a tutti voi Amici di Zebuk!