Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino in mano. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Il libro rifiutato da molti editori che suscitò scandalo e che fece entrare il termine Lolita nell’uso comune per indicare una ragazza attraente e precoce.
La recensione di Lolita di Vladimir Nabokov
Questo libro è la storia dell’amore disperato e ossessivo di un professore quarantenne, Humbert Humbert, per la dodicenne Lolita.
Humbert, trasferitosi negli Stati Uniti affitta una stanza nella casa di Charlotte, madre di Lolita. Sposerà la donna e alla sua morte diventerà l’amante di Lolita iniziando con lei un viaggio da uno stato all’altro alla ricerca di una normalità fittizia e impossibile da attuare. Lolita alla fine riuscirà a fuggire grazie all’aiuto di un vecchio conoscente; Humbert si vendicherà dell’uomo uccidendolo.
Finito in prigione scriverà un diario in cui racconta la sua storia con Lo e morirà poco prima del processo.
La mia opinione su Lolita di Vladimir Nabokov
Pubblicato, dopo molto rifiuti, dalla casa editrice Olympia Press a Parigi nel 1955, Lolita è un libro che non lascia indifferenti.
Scritto in modo superlativo si odia e si ama allo stesso tempo.
Si ama per la prosa ricercata, elegante, perfetta, per la capacità di parlare di argomenti scabrosi e difficili senza volgarità alcuna.
Si odia per l’argomento disturbante, la pedofilia, per la serenità con cui il protagonista racconta le sue fantasie senza trincerarsi dietro scuse o giustificando il suo operato in alcun modo. Humbert sa di essere un mostro ma non può farne a meno.
Perdutamente innamorato di Lolita, non solo la violenta ripetutamente ma la priva totalmente della sua vita. Lolita vive prigioniera della paura di Humbert di poterla perdere, vigilata continuamente nei suoi spostamenti e nelle sue amicizie. Tu hai soltanto spezzato la mia vita afferma Lolita incontrando Humbert sul finire del romanzo.
Una storia tremenda, spietata, agghiacciante.
Un romanzo sulla solitudine di un amore e di un’ossessione mai corrisposta. Humbert stesso alla fine comincia a riconoscere che la piccola Lo non era felice con lui. Ricorda i suoi sorrisi spenti, gli sguardi fissi, le lacrime dopo gli amplessi e l’invidia per le famiglie normali che incontravano sulla loro strada.
La grandezza del libro, a mio parere, sta soprattutto nella capacità della scrittura di Nabokov di diventare arte. Le sue descrizioni dei momenti, quasi delle fotografie: Lolita che gioca a tennis, Lolita col gomito sporgente dal finestrino della macchina, Lolita imbronciata che legge un giornaletto. Tutte immagini, momenti, scene che si imprimono nella mente rendendo le vicende indelebili.
Si chiudono gli occhi e appare Lo, la provincia americana bigotta e cieca di fronte all’orrore (possibile che nessuno abbia sospettato, capito, fatto domande, investigato), i motel sordidi e sudici, le sterminate autostrade battute in lungo e in largo nella folle fuga orchestrata da Humbert.
Una lettura memorabile che va affrontata anche se l’argomento infastidisce. Nabokov ricama una trama di parole ricercata e preziosa, ricca di sfumature e di introspezione scandagliando la mente del pedofilo Humbert fin nel profondo.
Trasposizioni cinematografiche
Dal romanzo sono state tratte diverse trasposizioni cinematografiche.
Nel 1962 Stanley Kubrick diresse Lolita con sceneggiatura dello stesso Nabokov e James Mason come protagonista.
Nel 1997 Adrian Lyne diresse il remake con Jeremy Irons che vinse l’Oscar come miglior attore protagonista per la sua interpretazione del professor Humbert. Personalmente preferisco la versione del 1997.
Lolita
Vladimir Nabokov
Adelphi, 1996, p. 395, €. 11,00
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Nabokov da affrontare, sì… io ci ho provato con Lolita e – affascinata dal suo modo di scrivere – ho dovuto smettere all’improvviso di leggerlo.
Perché, più che infastidirmi, tutto quello che hai meravigliosamente descritto tu (la capacità di fermare le immagini, l’arte nel descrivere sensazioni ed emozioni…) mi distruggeva. Se c’è una cosa che ha saputo fare magistralmente Nabokov (almeno con me) è farti sentire, toccare, le emozioni. Sia le sue che quelle di Lolita. E mentre leggevo io ero lui ed ero lei.
Straziante.
Mi sono dovuta fermare ma cercherò di riprendere la lettura, perché ad un uomo che riesce a scrivere così, lo si deve!
Grazie Siby!