Ricette letterarie: Hummus, La città che profuma di coriandolo e cannella, Marie Fadel, Rafik Schami

I padroni di casa devono incoraggiare gli ospiti a passarsi i piatti a vicenda, il che si è rivelato utile nel caso delle grandi compagnie che popolano le tavolate di zio Farid. «Così gli ospiti perdono un po’ della loro timidezza, cosa che fa piacere a ogni padrone di casa», sussurra zio Farid, sorridendo.

Per il mese di Cieli Uguali e dell’integrazione, abbiamo pensato ad una ricetta che fosse il simbolo dello stare insieme. Perché non c’è niente di meglio che stare a tavola, condividere sapori e saperi per imparare a conoscersi. E perché a tavola, con la pancia disposta ai piaceri del gusto, si diventa tutti un po’ più “buoni e tolleranti”…

La maaza, il mare di antipasti, è una tipica invenzione damascena, perché non c’è cibo che meglio si adatti a una conversazione. Da zio Farid si sta a tavola dalle tre alle cinque ore.

Questa invenzione della maaza (o meze) è veramente piena di significati: nella maggior parte delle culture del mediterraneo l’accoglienza e l’ospitalità sono importantissime, l’ospite è sacro e il suo benessere è considerato il primo dovere per il padrone di casa. Il mare di antipasti, la maaza, è solo uno stimolo per il pranzo che deve venire, un modo per rompere il ghiaccio e fraternizzare a tavola, e la sua composizione è attentamente studiata e bilanciata, ma soprattutto è curata dal punto di vista scenografico:

Zia Afifa dispone sulla tavola le ciotole traboccanti, i piatti, le grandi tazze e i vassoi. Sparge petali di rosa e gelsomini tra le stoviglie e mette i bicchieri accanto ai piatti.

Ok, anche a voi ora è venuta voglia di organizzare una maaza e invitare tanti amici e amici degli amici e amici degli amici degli amici… per fare una grande festa dell’accoglienza. E allora:

Affinché si possa parlare di maaza, bisogna che ci siano in tavola almeno sette antipasti. Dopodiché si può ampliare a piacimento.

Ecco un elenco di possibili pietanze adatte alla maaza: Tabbuleh, Verdure fritte o saltate, Kebbeh, Falafel, Tasche di pane ripiene, Purea di melanzane con yogurt o limone, Insalata di pane, Kebab, Insalate fresche… a voi la scelta, su questo libro le trovate tutte!

Note sul libro La città che profuma di coriandolo e cannella, Marie Fadel, Rafik Schami

damasco
Il libro di Marie Fadel e Rafik Schami è un piccolo tesoro per chi come me si interessa e si diletta in cucina: suggerimenti e atmosfere del medioriente, tradizioni tramandate di madre in figlia, trucchi e segreti di una cultura antica, scorci di una città da leggenda. Il racconto si snoda tra le strade e i vicoli della città di Damasco, trasmettendoci profumi e suoni di un altro mondo, diverso e così simile al nostro.
Leggi la recensione di La città che profuma di coriandolo e cannella, Marie Fadel, Rafik Schami

Dopo aver testato diverse ricette e aver dedotto che in questo tipo di cucina ho bisogno di un po’ di pratica in più, ahimé… la decisione è stata presa: Hummus per tutti!

Hummus (crema di ceci e purea di sesamo)

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ingredienti

  • 500 g di ceci essiccati
  • 300 g di purea di sesamo (tahina)
  • 2 limoni
  • 2 spicchi di aglio
  • 2 cucchiaini di sale
  • 2 cucchiai di cumino (cumino di Malta)
  • 1 mazzo di prezzemolo
  • 1 cucchiaino di paprica (dolce)
  • 100 ml di olio d’oliva
  • 200 g di pinoli

preparazione

  1. Lavare i ceci e lasciarli a mollo in acqua abbondante per tutta la notte (il loro volume raddoppia!, poi lessarli per 2 ore. Scolarli, conservando il brodo.
  2. Macinare i ceci in un robot da cucina, fino a ottenere una crema liscia.
  3. Aggiungere alla crema di ceci la tahina (purea di sesamo, da non confondere con l’olio di sesamo), il succo di 2 limoni, gli spicchi d’aglio sbucciati e schiacciati, il sale e il cumino. Mescolare bene il tutto, fino a ottenere nuovamente una crema liscia. Se necessario aggiungere un po’ del brodo di cottura dei ceci. La crema deve essere liscia ed elastica ma deve rimanere comunque densa; non deve essere troppo liquida ma neppure risultare troppo grumosa.
  4. Spalmare la crema in piatti piani o poco profondi. Il modo migliore è mettere una porzione della crema al centro del piatto e spalmarla in modo uniforme con un cucchiaio, fino a ottenere uno strato di 1 cm di spessore, e quindi lisciare il bordo esterno con le dita inumidite
  5. Decorare la superficie con prezzemolo tritato, polvere di paprica, cumino e olio d’oliva. Si possono creare gradevoli disegni con i tre colori, verde (prezzemolo), rosso (paprica) e giallo (cumino).
  6. Dorare i pinoli con attenzione, senza farli annerire, e distribuirli sull’hummus.

Buon appetito!

 

La città che profuma di coriandolo e cannella
Marie Fadel
Garzanti, 2011, p. 194, €. 9,90

 

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Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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