ZenBuk: L’albergo delle donne tristi, Marcela Serrano

«In fin dei conti, Elena, che cos’è l’Albergo? Una terapia, una casa di riposo, un hotel per svagarsi, un agriturismo salutista? Come lo definiresti?»
«L’Albergo lo fai tu, è quello che desideri che sia.»
Floreana tace per qualche istante, incantata dal luccichio dei ciottoli bagnati dalla pioggia, semisepolti nel viottolo fangoso.
«E in questo modo,» insiste, «hai risolto le tue inquietudini personali?»
«Sì, sono riuscita a fare quello che avevo tentato invano di realizzare nei vent’anni precedenti: aiutare veramente le persone.»

Ecco l’Albergo. È aperto e pronto ad accogliere col silenzio chiunque abbia bisogno di ritrovarsi.

Vi succede mai di dare una seconda opportunità a un libro che alla prima lettura magari vi era piaciuto per l’atmosfera ma non vi aveva lasciato niente di tangibile? Mi è successo con L’albergo delle donne tristi. Mi è successo perché alla prima lettura, dodici anni fa, forse non erano maturate in me certe caratteristiche di cui si parla nel libro. Mi è successo perché il diventare adulti porta con sé un fardello di complicazioni (che spesso ci creiamo involontariamente) che non sappiamo sempre gestire con serenità. Oggi riapro le pagine di questo libro e ci trovo tanti miei aspetti. Ci trovo l’amore per me stessa, la volontà di curare le ferite che la vita ha donato, la voglia di dare, prepotente:

Nessuno può privare un altro di qualcosa che non possiede.
Devi distinguere tra chi è avaro e chi è povero:
il primo non dà perché non vuole dare,
il secondo perché non ha niente.

L’albergo delle donne tristi non è un libro per donne malate d’amore, non è un libro che devono leggere le donne romantiche abbandonate dalla loro ultima conquista. Non è un libro “leggero”, in quel senso: è un libro che scava nel profondo, che accoglie con parole piene di silenzi il cuore di chi lo legge. È un libro che – come l’Albergo del titolo – arriva a è come ognuno desidera che sia. Questa è l’impressione che mi ha fatto, ad una seconda lettura e dopo aver indagato sui pareri di chi lo ha letto: la sensazione è che a ogni persona che lo legge, dia quello di cui ha bisogno. Chi ha bisogno di consolazione per una storia d’amore finita, chi ha bisogno di riacquistare la fiducia in se stesso, chi sente che non ha ancora trovato la sua via: tutti trovano le parole giuste, il loro bandolo della matassa.

L’amore è diventato un oggetto sfuggente, è l’ultimo pensiero di Floreana Fabres davanti alla scritta “Benvenuti” sul grande striscione teso da una parte all’altra della strada. Lo sgangherato pullman entra in paese e Floreana guarda fuori dal finestrino, incantata dalla brillantezza dell’azzurro: si era completamente dimenticata del cielo.
Scende e si sgranchisce le gambe. Sente addosso tutto il peso di un viaggio interminabile, sommato al rollio del traghetto che collega Puerto Montt all’isola, e all’infinità di stradine sterrate avventurosamente percorse dalla corriera per raggiungere il paesello in cui si trova l’Albergo. Raccogliendo le forze, solleva la valigia e si carica lo zaino in spalla: ce la posso fare, pensa. Si guarda intorno alla ricerca della collina annunciata: l’Albergo si staglia con un’imponenza quasi spettrale sullo sfondo di un promontorio affacciato sul mare.

Esercizio per imparare a prendere consapevolezza dei propri pensieri

[a cura di Roberta Michelotto]

Mentre vi trovate in un momento particolare, in compagnia dei vostri pensieri (belli o spiacevoli) provate ad alzarvi fisicamente e a spostarvi da una parte. Immaginate di osservarvi e ponetevi queste domande:

Cosa sto pensando in questo momento?
Come lo sto pensando?
Voglio davvero pensare a quella cosa?

In questo modo – cercando di fare attenzione alla nostra attività mentale – scopriremo se la nostra mente ha la tendenza o meno a perdersi (a divagare, a non portare a termine una sequenza di pensieri). È possibile anche provare a trasformare i pensieri in immagini.

Le domande sono importanti perché rappresentano il filo conduttore e il senso dell’esercizio. All’inizio sarà un po’ difficile praticarlo, poi pian piano diventerà automatico e scoprirete quanto sia importante ogni tanto essere spettatori consapevoli dei propri pensieri e del proprio modo di pensare. Ci aiuterà a prendere coscienza e a modificare vecchie abitudini nelle quali magari ci siamo rinchiusi.

3 domande, 3 risposte

Per chi è questo libro?
La lettura del libro aiuta a valorizzare l’importanza del silenzio e della quiete per ritrovare se stessi. È una lettura particolare, semplice ma profonda, che va a toccare le anime “ferite” dalle tante e variegate storie della vita. Ognuno di noi vi può trovare parti di sé nascoste tra le righe. Una lettura piacevole, intensa, adatta a chi sta attraversando un momento difficile, perché non riesce a trovare la strada giusta da percorrere o per chi non riesce ad accettare il proprio passato, per chi è in continua lotta con se stesso, per chi si sente profondamente triste.

Perché dobbiamo leggerlo e cosa dobbiamo cercare tra le righe?
Dobbiamo leggerlo perché ci aiuta a capire che ogni nostra debolezza, insicurezza o paura può essere la stessa (con sfaccettatura differenti) vissuta da un’altra persona. Ci fa capire che ogni dramma individuale può rappresentare un dramma collettivo. È una spinta ad uscire dall’isolamento al quale la nostra tristezza spesso  ci emargina, per imparare che condividere il proprio dolore aiuta a comprenderlo e a sopportarlo meglio. Se si legge attentamente questo libro si capisce quanto sia importante riuscire ad accettare se stessi senza riserve, ad essere sinceri e spontanei nei confronti della propria sofferenza, ad essere accoglienti e quindi non giudicanti nei confronti della sofferenza altrui.

Ritrovare se stessi: l’Albergo è un luogo sicuro, accogliente, ridotto all’essenziale, dove si svolgono dei ‘riti’ con regole piuttosto rigide. Perché sono così importanti le routine per riuscire a ritrovarsi?
Le routine danno un senso di sicurezza perché rappresentano una costante nel ‘caos’ della vita. Se ci si pensa, anche in natura tutto si muove tra elementi certi quali il giorno e la notte o l’alternarsi delle stagioni che arrivano sempre in momenti precisi regolarizzando la vita, la morte e la rinascita di tutti gli esseri. Le routine aiutano a ritrovare un equilibrio. Sapere cosa accadrà in determinati momenti tranquillizza, rasserena. All’inizio possono risultare come imposizioni, soprattutto per chi ha impostato la sua vita senza un minimo di regole, ma dopo un po’ ci si accorge che di alcune non si potrà più fare a meno. Per ritrovare se stessi ci vuole una buona dose di disciplina e tanta voglia di vivere mettendosi continuamente in gioco senza timore.

Parliamo di MotivAzioni?

Abbiamo bisogno di silenzio
per essere in grado di toccare le anime.
(Madre Teresa di Calcutta)

Potete scaricare qui l’immagine da salvare, stampare, condividere con chi volete: regalatevi un momento di silenzio nella vostra giornata. Vi aiuterà a prendere respiro, a osservarvi dall’esterno, a trovare il modo giusto per affrontare le difficoltà.
E ricordate, come sempre: ZenBuk cammina con voi!

L’albergo delle donne tristi
Marcela Serrano
Feltrinelli (collana Universale economica), 2013, € 6,38
ISBN: 978-8807881411

Per acquistare:

Polepole è Silvia, lettrice affamata e da poco tempo molto selettiva, geometra, architetto, perenne studente della vita. Sono nata nel 1973, in un soleggiato ultimo giorno di aprile, ho un marito e due figli meravigliosi, che riempiono la mia vita di emozioni belle. Passerei l’intera esistenza sui libri, con tazza di cioccolata fumante al seguito, senza distogliere lo sguardo se non per farmi conquistare dalla copertina di un altro libro.

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