Dodici posti dove non volevo andare, Clara Cerri

Il libro si snoda attraversando la vita della protagonista e della sua famiglia, dipingendo piccoli quadri temporali e proponendoli in un ordine diverso da quello oridinario, strano, fondamentale per la struttura della storia. All’interno di queste piccole finestre si incrociano nomi e volti diversi, figure che sono fondamentali per ogni pagina scritta e che condividono piccole o grandi avvenimenti in cui sono stati protagonisti (a volte anche inconsapevoli). Parenti, cantanti famosi, amanti: la protagonista Clara la troviamo bambina, donna adulta, giovane spensierata.

Poi ci si imbatte in Roy, il cugino americano, la figura indecifrabile e fortemente attraente, l’alter ego anelato di Clara. Alto, bello e dannato, eternamente alla ricerca della sua via, ci trascina dentro un pericoloso gioco di seduzione che attira uomini e donne indifferentemente.

Si tratta di prove da superare, di limiti da imporsi, la lotta contro la malattia mentale. Ma è anche il libro dei rimpianti e delle parole non dette, dei rimorsi.

Lo stile di scrittura è leggero, descrittivo. I protagonisti sembrano camminare al tuo fianco, mentre svolgono le loro azioni.

Leggendo Dodici posti si passa leggeri attraverso la storia e attraverso le storie, accompagnati sempre dall’ombra dei monumenti e dei quartieri di Roma, che rimane onnipresente e attenta a non farsi dimenticare; una ottima opera prima che lascia aperta la curiosità per il seguito.

Dodici posti dove non volevo andare
Clara Cerri
Lettere Animate, 2014, p. 152, €. 12,00

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Lucia Busca
Sono quella che legge due libri contemporaneamente, quella che ha l'e-reader, io piango quando la scrittura è bella, divento il protagonista del libro. Curiosa, tento di infilarmi in tutti i generi, scegliendo tra i grandi classici e osando nuovi autori. L'unica certezza che ho: non mi basterà questa vita per finire la mia lista dei desideri. "Io penso, disse Anna sfilandosi un guanto, che se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori" (Anna Karenina)

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