In compenso il razzismo fu qualcosa che comprese molto in fretta. Più di una volta gli capitò di aprire la porta del suo studiolo e trovare un testo a cui stava lavorando ridotto a brandelli, i frammenti sparpagliati sulla sua poltroncina rossa. Una volta qualcuno gli scrisse sul muro le parole WOGS GO HOME, negri andate a casa. Strinse i denti, digerì gli insulti e continuò a fare il suo lavoro
Leggere la vita di un uomo scritta dopo la pubblica condanna da parte di un popolo, sentire le sue stesse emozioni, provare le sue paure e sorridere con lui.
La scrittura di Rushdie è incredibile! A volte allucinante, molto spesso puntigliosa e minuziosa al limite della sopportazione. Ma è la storia di una vita, la sua. Di una vita dopo una condanna.
Disperazione, passione, minacce e battaglie. La paura che ti fa barricare in casa e il bisogno terribile di partecipare al funerale di un tuo Amico. La storia che continui a scrivere e a raccontare perché quello è il destino in cui ti riconosci. La storia del Corano e dell’Islam (una parte dell’Islam) che ti ha condannato. La storia di un uomo che lotta per la libertà di espressione.
Poi ok, ci sono momenti ben poco alti, più simili al pettegolezzo che al racconto di quello che fu, ma in fin dei conti, anche questo significa “essere umano”, avere emozioni e paure, provare rabbia, simpatia, antipatia, amore, angoscia, gelosia, indifferenza.
Dalle pagine di un romanzo risulta sempre evidente che l’essere umano è una creatura eterogenea, multipla, frammentata, contraddittoria, tutt’altro che una cosa sola. Siamo persone diverse per i nostri genitori o per i nostri figli, al lavoro o in coppia, e a seconda della fase della giornata o dell’umore abbiamo diverse immagini di noi stessi, ci percepiamo come troppo alti, o inadeguati, o tifosi di sport, o conservatori, o spaventati, o anche terribilmente sexy.
Joseph Anton
Salman Rushdie
Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri), 2012, pag. 652, € 15,00
ISBN: 978-8804615132
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