Se volete il mio parere, ritengo sia colpa di mia mamma e della sua fastidiosa tendenza a inchiodarti sempre alle tue responsabilità se ho sviluppato la propensione ad analizzare ogni evento positivo o negativo, anche il più banale, alla ricerca di un responsabile (e, cosa non secondaria, in ventisei anni di discussioni, gira che ti rigira, sono sempre stata io a risultare in torto!). In aggiunta considerate che sono stata educata in un ambiente cattolico di vecchia scuola, dove si predicava l’espiazione sulla terra di tutti i peccati (tuoi e degli altri, passati, presenti, futuri e immaginari): e anche questo deve aver avuto la sua bella incidenza.
La recensione di Tutta colpa della neve! (e anche un po’ di New York), Virginia Bramati
Sassi – all’anagrafe Annalisa Molinari, appena laureata in giurisprudenza – parla veloce e fa un sacco di considerazioni, una dentro l’altra. Si legge spedito quel turbinio di domande risposte affermazioni, e fa sorridere molto spesso. Solo alla fine, chiuso il libro, ti rendi conto che alcuni di quei discorsi si sono insinuati anche nella tua testolina stanca.
Già, perché il romanzo non è solo una storia che parla d’amore giovane e leggero, non è solo la storia di una convivenza tra tre amici, fatta di cene e confidenze, di intrecci amorosi e di problemi di vita, non è solo la storia di un avvocato praticante e delle sue avventure nel mondo della legalità ma è anche il racconto di un cuore tenace che cerca verità e giustizia per un fatto accaduto tanto tempo prima. Un fatto che ha cambiato l’intero corso dell’esistenza di Sassi e di sua madre.
La mia opinione su Tutta colpa della neve! (e anche un po’ di New York), Virginia Bramati
Tutta colpa della neve! (e anche un po’ di New York) di Virginia Bramati è un romanzo leggero, ok, un chick lit: di quei romanzetti che alcuni giudicano noiosi e scontati, di quelli che si leggono in un’ora sotto la coperta in una domenica sonnacchiosa con la tazza di cioccolata calda sul tavolino accanto al divano. Questo però non vuol dire che la sua lettura sia inutile e banale.
Annalisa Molinari è una ragazza normale, senza tacco 12 e col brutto difetto di dire sempre quello che pensa. E diciamocelo che vorremmo essere più spesso anche noi come lei! E diciamoci anche che vorremmo poterci permettere il suo carattere distratto e pasticcione – ma tanto tenace e serio nel lavoro – e che vorremmo saperci ridere sopra come fa lei. E parliamo anche della sua storia col capo, Max – Maximilian Bauser – all’apparenza scorbutico e troppo rigido, che poi si rivela… va be’, lo ammetto: lui non mi piace. Non mi piacciono quelli che fanno troppo i sostenuti, non mi piacciono quelli che usano quella maschera imbalsamata, “basso profilo” e troppa serietà.
(…) senza riflettere un decimo di secondo, apro la porta scorrevole ed esco, nella neve. (…) Praticamente sono entrata nelle Cronache di Narnia, lampione acceso e innevato compreso. (…) sollevo la faccia al cielo, chiudo gli occhi, allargo le braccia e (non ci posso credere) comincio a girare su me stessa. Apro la bocca, tiro fuori la lingua e lascio che i fiocchi ci cadano sopra.
È un fruscio, niente di più, ma quando riapro gli occhi davanti a me (questa volta con qualche fiocco di neve a movimentare il cappotto nero) c’è l’uomo di San Nicolao.
Come si può non sorridere e godersi la lettura quando hai queste premesse?
Alla fine ne risulta una piacevole serata con nuovi amici, qualche chiacchierata leggera – che però nel tuo caso specifico ti porta anche a riflettere su alcuni aspetti della tua vita, il che non fa mai male -, qualche ora di lettura senza pensieri angosciosi (tranne quella storia del basso profilo e della troppa serietà che proprio non ti va giù). Perché fare i lettori troppo sostenuti, anche noi? Perché non concedere un po’ di leggerezza a se stessi? Credetemi, fa un sacco di bene… 🙂
Tutta colpa della neve! (e anche un po’ di New York)
Virginia Bramati
Mondadori (collana Omnibus), 2014, pag. 260, €11,81
ISBN: 978-8804634386
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