
La neve ha due facce. Può essere un angelo; può essere un demone. Congela o brucia la pelle degli uomini che la sfiorano a piedi nudi. Si aggrega facendosi valanga, sommergendo con la sua forza distruttrice qualunque cosa trovi nel suo passaggio. Però la neve è limpida. È un distillato di purezza. Una delle sue principali caratteristiche è quella di essere una rivelatrice per eccellenza.
Questa volta mi ero preparata, avevo fatto pace col mio stomaco ancora sensibile a certi colpi di scena e avevo iniziato a leggere con una gran voglia di scoprire cosa sarebbe successo a Tom Sermon e alla sua famiglia.
Poi però Luigi mi ha sorpresa ancora (oppure sto cominciando a prenderci gusto 😉 ) perché Archè è andato oltre il giallo, mi ha spinto ad approfondire la filosofia e mi ha fatto capire che il piacere, in queste storie, non sta tanto nella parte “splatter” del testo quanto nei sottofondi, nella psicologia dell’animo umano e nella ricerca di intrecci inaspettati e all’apparenza irrisolvibili.
Tensione continua, quindi, ma mitigata dal pensiero di quattro filosofi presocratici che pongono l’Archè al centro di ogni cosa:
Il termine greco Arché significa “principio”, “origine”. È la forza primigenia che domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto tornerà, il principio entro cui ogni cosa vive la sua dimensione.
«L’arché dunque non solo è ciò che vi è di identico nelle cose diverse, e non solo è la dimensione da cui esse provengono e in cui esse ritornano, ma è anche la forza che determina il divenire del mondo, ossia è il “principio” che, governando il mondo, lo produce e lo fa tornare a sé» (Emanuele Severino, La filosofia dai Greci al nostro tempo)
Il coroner di Winnipeg, Tom Sermon, si trova a dover risolvere una catena di omicidi legati ad un Circolo di artisti appena sciolto. Ad aiutarlo la cugina Maria e un vecchio amico e collega, appena ritrovati. Ma non sarà così facile risolvere il caso, anche perché a mettergli il bastone tra le ruote saranno il nuovo Ministro della Giustizia e sua sorella, nuova coroner piuttosto incapace che però crede di essere Kay Scarpetta… 🙂
Bella storia, Luigi! Sono rimasta attaccata al libro fino alla fine, l’ho letto senza fretta, aggirandomi tra Acqua, Aria e Fuoco, centellinando le pagine come fossero un buon vino da meditazione.
Ho trovato – da inesperta in materia ma con una gran voglia di imparare – un giusto ritmo di lettura, non asfissiante, più lento e diverso da quello del libro precedente, capace di donare colpi di scena e momenti di pensiero profondo. Dopo l’esperienza di Qui giaccio (che è stato uno dei libri che mi ha iniziato al genere thriller) qui ho trovato “qualcosa di più” che non so ancora spiegare bene: una consapevolezza piena e un’idea chiara di come la storia prosegue, la sicurezza nel filo degli eventi da collegare. Come dire: il ragazzo promette bene! e anche se non sono un’esperta del settore mi sento di scommetterci. Non per nulla Luigi ha vinto a ottobre (con Qui giaccio) il Premio “Un libro per il cinema” al festival Cinema & Libri di Roma!
Ci aspettiamo allora nuove storie, da Luigi, che parlino di Tom Sermon oppure no: una penna così non può certo smettere di scrivere, vero? 😉
Archè
Luigi Schettini
Golem Edizioni, 2016, pag. 219, € 13,60
ISBN: 9788898771608
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