Dodici anni non si possono cancellare, vero?
La recensione di È solo la fine del mondo
Dodici anni sono un tempo lunghissimo.
Sicuramente sono tanti per la famiglia che ha aspettato nella piccola città il ritorno di Louis.
Un’attesa scandita solo da cartoline di poche righe dove nulla di importante è detto se non le informazioni di base: come state, buon compleanno, a presto.
Dodici anni forse sono volati per Louis che se ne è andato senza voltarsi indietro.
Anni in cui è diventato un famoso drammaturgo, i ritagli di giornale con le sue opere ricoprono le pareti della camera della sorellina che tenta di costruire un rapporto seguendo la vita pubblica del fratello.
Louis ha un segreto che vuole condividere con la sua famiglia e per questo decide di tornare per un giorno a casa: Louis sta morendo.
Il suo vorrebbe essere il saluto alla famiglia e anche un chiarimento su una fuga che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti: alla sorella minore che non ha praticamente conosciuto Louis, alla madre che ha tenuto insieme la famiglia, e al fratello maggiore pieno di rabbia verso tutti.
Tornare dopo dodici anni di silenzio può appianare le cose oppure la distanza distrugge i rapporti?
La mia opinione su È solo la fine del mondo
Xavier Dolan è l’enfant prodige del cinema canadese.
È solo la fine del mondo è la sua ultima opera ed è grande cinema.
Tralasciando la trama, già solo le inquadrature, primi piani disperati che non lasciano posto a nessun tipo di via di fuga corporea, luci calde che conducono nei ricordi di Louis, musica non invadente ma perfetta nel sottolineare ogni momento del film.
Louis è un uomo che se ne è andato senza voltarsi indietro, fregandosene di tutti quelli che si lasciava alle spalle ed ora, al ritorno a casa, anche solo per un pranzo in famiglia, non sa cosa dire.
Inutile sperare di trovare il modo e le parole per annunciare la sua morte a quella famiglia che da dodici anni è in attesa di un suo segnale, impossibile caricarli anche di questa notizia.
La domenica di Louis a casa diventerà invece altro: ascolterà le grida del fratello, i discorsi della sorellina, conoscerà la cognata e finalmente si confronterà con sua madre, una delle scene più belle, e si renderà conto che quei dodici anni hanno pesato come macigni sulla famiglia.
Il film mi è piaciuto molto anche se il personaggio di Louis meriterebbe una bella scrollata: insomma se ne va di casa, giustissimo per carità, dà pochissimi segni di vita per anni, e quando torna si stupisce di sentirsi estraneo in una situazione creata da lui.
Perché i rapporti, anche a distanza vanno vissuti e Louis questo non l’ha fatto anzi col suo andarsene ha negato, come sottolinea sua madre, ogni diritto ai suoi familiari di farsi vivi.
Alla fine del film nulla è cambiato rispetto a prima: Louis torna in città promettendo cose che sa di non poter mantenere e le speranze di tutti sono appese a un filo di bugie.
Se volete vedere un gran bel film questo è per voi.
Grande regia e attori straordinari.
Un film che non dimenticherete facilmente.
Buona visione.
Photo : unita.tv