Intervista ad Elena Coppari

Dopo qualche anno dalla nostra ultima intervista, oggi ritroviamo Elena Coppari.
1) Ciao Elena,  racconti ai lettori di Zebuk chi sei oggi?
Elena Coppari è una donna come tante, una persona che ha sofferto e che ha gioito.

L’unica differenza è che io scrivo per esprimere le mie emozioni.

2) Ci eravamo sentiti qualche anno fa dopo che avevi scritto un libro per bambini, invece ora si tratta di un lavoro autobiografico, ci racconti qualcosa in merito?
Si. Intanto non ho un genere preferito: dipende tutto dal momento e da come lo sto vivendo, dalle emozioni che provo.
Questo libro in particolare, che in realtà è un racconto lungo, esprime un momento di grande dolore.
Un periodo della mia vita in cui ciò che ho passato mi ha ricordato quali sono le ragioni per andare avanti.

Nella malattia e nella morte di mia madre, ho scoperto le cose importanti per vivere.

3) La perdita di un genitore, è una delle perdite peggiori, scrivere ti ha aiutato a metabolizzare il dolore?
Tantissimo.
Scrivere è stato per me ciò che per altri è un percorso terapeutico da uno psicologo.

Scrivendo e dedicando tutte le entrate del libro allo IOM (Istituto Oncologico Marchigiano) ho trovato una ragione nel dolore.

4) Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto scrivendo tante cose, partecipando a tanti concorsi ed ho miliardi di progetti…forse troppi!

Ora escono dalla mia penna tutte cose leggere e allegre, sarà per la legge del contrappasso…

5) Quale libro hai sul comodino?
Non è mai uno! leggo circa tre/quattro libri per volta, fra cui un libro leggero, un classico che studio, uno di cui ho sentito molto parlare ed un libro che dovrò presentare nella biblioteca che gestisco come Direttrice onoraria.

Ora ho I diari di Anais Nin, Uccelli di Rovo, e Il rosso e il nero di Stendhal. Più un libro di un principiante.

6) Domanda d’obbligo per Zebuk, quale libro ti è rimasto nel cuore?
Oddio che domanda difficile! Sono tantissimi quelli che mi sono rimasti nel cuore e che porto con me, alle volte letteralmente.

Ora direi “Cattedrale” di Carver. Ma non chiedermelo fra un’ora…

Grazie Elena e a presto.
Classe 1972, mamma di due adolescenti, moglie, assistente personale del direttore di una casa editrice, segretaria di una scuola di musica, amante dei libri e della musica.

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