Soprattutto non temete i momenti difficili, il meglio viene da lì.
(Rita Levi Moltalcini, scienziata)
La recensione di Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie, Francesca Cavallo, Elena Favilli
Appena l’ho visto mi ha catturata per la grafica, ammirevole a mio parere. Poi l’ho sfogliato, cercando di andare oltre al clamore e all’onda mediatica che ha suscitato, per capire se e come e quanto valeva.
Mi piaceva: mi piaceva l’idea, mi piacevano le storie che raccontava (biografie minime, essenziali, di una pagina, adatte a ragazzini non certo a eruditi e esperti del tema, fatte ad hoc per incuriosire e stimolare all’approfondimento).
Ma c’era qualcosa che mi infastidiva e non riuscivo a capire cosa fosse. Alla fine me l’ha suggerito mia figlia, novenne, esaltata dalle storie che leggevamo insieme:
“Mamma, ma perché ribelli? Io voglio essere così perché sono fatta così, non perché sono cattiva”
Ecco il problema. Associamo all’aggettivo “ribelle” chi non segue le regole, chi è “cattivo”, “diverso”. Ma non sempre la diversità è sinonimo di cattiveria, anzi.
Affermare se stessi, qualsiasi sia il proprio genere. Credere nelle proprie capacità e farcela, anche contro quelle “regole” che a volte sono sbagliate, sono discriminanti, sono “cattive”.
100 donne che ce l’hanno fatta. Nonostante le difficoltà, nonostante la gente e il suo pensiero, nonostante le regole che dicevano una cosa diversa da quello che quelle donne credevano fermamente. 100 donne che hanno creduto in regole diverse, più libere.
Mamma, quella motocrossista è stata davvero forte!
[…] E poi non capisco questa cosa che devi per forza sposare chi decide la tua famiglia. Io voglio essere libera!
Libera.
Sto crescendo una figlia ribelle? Non credo. Credo solo (e ne sono felice!) di stare dando a mia figlia l’opportunità di scegliere chi vuole essere, in piena autonomia e libertà, senza dover seguire regole che ingabbiano, che limitano gli orizzonti, che ci tengono fermi a terra senza lasciarci liberi di volare. Chiunque siamo, uomini o donne.
Il parere dell’esperto: Roberta Michelotto
Uomini e donne dovrebbero avere uguali diritti e doveri nel rispetto dell’unicità e della sensibilità di ognuno.
Secondo me questo libro al di là del clamore (positivo e negativo) suscitato, cerca di mettere in evidenza l’importanza di andare oltre la rigidità degli stereotipi che molto spesso condizionano la ricerca della felicità personale.
Sensibilizzare i bambini su questo tema è importante perché la realizzazione dei loro sogni dipenderà da quanto riusciranno ad essere determinati nel rivoluzionare gli schemi che società, cultura e famiglia hanno già programmato per loro. A maggior ragione questo concetto vale per le bambine e per molte donne che lottano duramente per affermarsi nella quotidianità ed essere riconosciute per il loro valore e la loro forza spirituale e intellettuale.
La vita di queste donne sottolinea che credere in se stessi ti dà la forza necessaria per ottenere dei risultati. Ognuno di noi nel proprio piccolo può fare qualcosa per migliorare e crescere senza necessariamente adagiarsi o assecondare una storia già scritta da altri.
È questa la ribellione fondamentale che tutti noi dobbiamo far emergere dal profondo: essere determinati, non farci ostacolare dalla paura di provare a fare qualcosa, avere dei sogni e alimentarli continuamente, credere nel proprio futuro ma vivere nel presente per costruirlo.
Le pagine bianche in fondo al libro servono ad affermare che tutte/i noi siamo persone importanti; ci siamo ribellate/i a qualcosa o a qualcuno o abbiamo intenzione di farlo. Forse scrivere la nostra storia può aiutare a trovare la forza e la consapevolezza necessaria per mettere in pratica e dare valore a questa ribellione così da poter disegnare il proprio autoritratto con il sorriso.
Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 vite di donne straordinarie
Francesca Cavallo, Elena Favilli
Mondadori, 2017, pag. 224, € 19,00
ISBN: 9788804676379
Photo : ilgiornale.it
Sai che anche a me il “bambine” e il “ribelli” avevano un po messo un tarlo. però il libro è piaciuto molto anche a noi e Vale lo sta prestando a tappeto alle sue compagne, peccato per i maschi frenati da quel titolo 🙁
Si dovrebbe imparare ad andare oltre le apparenze. E insegnarlo ai nostri figli. Ce la faremo. 🙂
certo che ce la facciamo 🙂